Lombardia: omicidio stradale, condanne a rilento

Il bilancio un anno dopo: aumentano gli incidenti

Domenico Musicco, presidente Avisl

Domenico Musicco, presidente Avisl

Milano, 22 marzo 2017 - Milano, la notte del 27 marzo di un anno fa. Neppure tre giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dalla legge 41, che introduceva il reato di omicidio stradale, la Lombardia è già alle prese con il primo caso. Melchiorre Mistretta, 62 anni, sta tornando a casa dopo il lavoro. Lo chef attraversa la strada in via Ludovico il Moro e viene travolto e ucciso da un’auto con quattro ragazzi a bordo, reduci da una serata di divertimento. Un anno dopo il processo penale non è ancora partito. «Tra un mese ci sarà l’udienza preliminare», fa sapere Domenico Musicco, l’avvocato che difende la famiglia Mistretta e presidente dell’Associazione vittime incidenti stradali e sul lavoro (Onlus Avisl).

A Varese, invece, è iniziato ieri - ma è stato rinviato al 28 marzo a causa dello sciopero degli avvocati - il processo nei confronti di Flavio Jeanne, il pirata della strada di 24 anni ai domiciliari, che il 14 settembre in viale dei Mille (Varese) uccise con l’auto Giada Molinaro, studentessa di 17 anni, prima di fuggire. Rito abbreviato, sconto di un terzo della pena per l’imputato e tempi più brevi rispetto all’iter giuridico ordinario. In attesa della sentenza, l’accusa ha chiesto la custodia cautelare in carcere per il 24enne: per il pm potrebbe ripetere il reato. Il gup si è riservato la decisione, mentre fuori dal tribunale di Varese gli amici di Giada hanno chiesto «giustizia» con una mobilitazione di striscioni e rabbia.

«I processi avviati sono una decina, due in Lombardia. Tempo qualche mese e le sentenze arriveranno», assicura l’avvocato Musicco. «La nostra associazione, la Onlus Avisl, composta da familiari di vittime, è stata tra le prime a battersi per l’introduzione del nuovo reato. Siamo riusciti a far approvare la legge dopo anni di battaglie e ora si vedono i primi, parziali, risultati. Ma tutto questo non basta: occorre lavorare molto sulla prevenzione e sull’educazione stradale nelle scuole a partire dalle elementari. Ci sono ancora vuoti normativi: gli incidenti provocati dallo smartphone alla guida, ad esempio. A Torino c’è un progetto pilota che analizza le celle del telefono per verificare se al momento dell’incidente il conducente era al telefono». Eppure, nell’anno dell’omicidio stradale, secondo i dati della Polizia Stradale, gli incidenti in Lombardia sono aumentanti del 10%: il 2016 si è chiuso con 9.292 casi, nel 2015 furono 8.438. I feriti sono passati da 4.393 a 4.645. I morti, invece, sono diminuiti: da 128 a 100.

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