Olimpiadi lombarde, sì degli sportivi: "Sarebbe un’occasione fantastica"

Gli uomini di basket: così finalmente avremmo impianti all’altezza

Fabio Mian

Fabio Mian

Milano, 24 settembre 2016 - Il mondo del basket si schiera apertamente a favore della candidatura olimpica della Lombardia per il 2028. Milano come simbolo, un’intera regione a vivere un sogno. Il ‘no’ di Roma sembra aver tolto un po’ di slancio al Coni tanto da convincere il presidente Malagò a definire «improbabile» una «nuova candidatura italiana per i prossimi 20 anni». Improbabile, non impossibile. La centralità di Roma sembra non essere più indiscutibile. La Capitale avrebbe bisogno di ristrutturare diversi impianti (il Flaminio su tutti), la Lombardia sarebbe meglio attrezzata sin da subito. «Ma dovrebbe essere comunque rafforzata in alcune strutture», commenta il presidente di Lega Basket Egidio Bianchi.

Bianchi, il nuovo corso che avanza, ha avuto per primo il coraggio di fare rotta su Milano: ha deciso di organizzare al Forum di Assago (prima volta nella storia) la Supercoppa Italiana ed è pronto ad aprire in centro città una sede distaccata da quella di Bologna. «Perché a Milano – commenta Bianchi – nascono sempre nuove opportunità». E non solo per fare business. «Personalmente non avrei preferenze tra Milano e Roma come sede olimpica. Ma è evidente che l’Italia sia un Paese pronto ad ospitarle, sarebbe un’opportunità fantastica».

Parole di supporto alla candidatura arrivano anche da Fabio Mian, capitano della Vanoli Cremona: «Io non sono lombardo (è nato a Gorizia) ma questa regione mi ha adottato. Penso che per tutti gli sportivi italiani avere la possibilità di partecipare a Olimpiadi in casa sarebbe fantastico. Milano è il motore del Paese e meriterebbe un riconoscimento del genere. Peccato solo che nel 2028 sarei probabilmente troppo vecchio per viverle dal campo».

Più articolata l’analisi di Pino Sacripanti, coach canturino di Avellino: «Io andrei a vedere le Olimpiadi a Milano ma ci sarebbe da studiare le questioni economiche: Pil, lavoro, costi. Aggiungo un tassello: sarebbe bello avere i Giochi in Italia per cercare di sensibilizzare a investire sugli impianti. Non siamo al passo con i tempi, in Europa ci sono palazzetti più belli, nuovi e funzionali. Pensiamo alla telenovela del Pianella di Cucciago, il posto dove ho passato più tempo nella mia vita. Bisognerebbe interrogarsi come mai l’operosa Lombardia non sia riuscita a fare in 25 anni quello che Gerasimenko (il proprietario russo della Pallacanestro Cantù, ndr) sta provando a costruire in pochi mesi. Onore a lui, vergogna a noi».

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