Milano, 24 maggio 2017 - "È difficile dire cosa è giusto e cosa no. È vero che c'è il diritto allo studio e che spesso a 19 anni non si ha sempre certezza di quello che si vuole fare nella vita. Ma capisco anche il problema delle università perché lo studio deve servire anche a creare opportunità di lavoro". Così il sindaco di Milano Beppe Sala ha commentato l'introduzione del numero chiuso nelle facoltà umanistiche votato dal Senato accademico dell'Università statale.
Chi invece proprio non ne vuole sapere di numero chiuso sono i collettivi degli studenti che hanno già annunciato mobilitazioni e che il giorno dopo la decisione della Statale hanno manifestato nell'atrio della facoltà di Lettere.
Anche la politica si è mobilitata sul tema. Secondo i deputati del Movimento 5 Stelle "L'inserimento del numero chiuso alla Statale è un brutto segnale di arretramento in un Paese, il nostro, che avrebbe invece bisogno di attrarre un numero maggiore di studenti negli atenei". I grillini chiedono di "rivedere il sistema d'accesso e il M5S ha già avanzato una sua proposta di legge sull'argomento, che prende spunto dal modello francese: libero accesso al primo anno di università ed esame propedeutico all'accesso al secondo anno. In questo modo eviteremmo quantomeno di fermare gli studenti prima del via e ne potremmo mettere alla prova le capacità".
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