Neonata caduta durante il parto: i genitori denunciano il San Raffaele

Formalizzata la querela. Sotto accusa i medici dell’ospedale

Parto in corridoio al San Raffaele

Parto in corridoio al San Raffaele

Milano, 10 novembre 2017 - Arriva in Procura il caso della piccola Vittoria (nome di fantasia), la bimba venuta al mondo in maniera traumatica un mese fa nel corridoio del Blocco parto dell’ospedale San Raffaele. L’altroieri, l’avvocato Simona Giannetti, su mandato dei genitori della bimba Marco Donegà e Daniela Rinaldi, ha depositato la denuncia per lesioni colpose: sotto accusa i sanitari e i medici di turno la notte tra il 9 e il 10 ottobre scorsi nel reparto di Ginecologia e Ostetricia, responsabili, secondo i querelanti, di una condotta contraddistinta da «non diligenza, imprudenza e imperizia». Una condotta che avrebbe provocato la caduta della neonata, con diagnosi di frattura della teca cranica.

Cosa successe quella sera? Il Giorno lo ha raccontato il 18 ottobre, riferendo la testimonianza di mamma e papà. Ecco la loro ricostruzione, decisamente diversa da quella del centro clinico di via Olgettina. Daniela, accompagnata dal marito, si presenta in ospedale la sera del 9, il giorno prima del termine della gravidanza, per «sospetta rottura delle membrane», si legge nella relazione clinica alla dimissione: alla visita le vengono riscontrati «collo centrale raccorciato di un centimetro, pervio a due dita, no scolo di liquido» e «no attività contrattile uterina», anche se lei stessa, annotano i medici, «dopo monitoraggio riferisce insorgenza di attività contrattile per cui si decideva l’osservazione e la successiva valutazione a distanza. Dopo 14 minuti, la paziente accompagnata dal marito si dirigeva camminando verso la sala parto, chiamando il personale; pertanto si presentava all’ingresso del blocco parto con parte presentata cefalica disimpegnata (la testa della bimba stava uscendo, ndr)».

E ancora, sempre citando dai documenti ufficiali: «Nel tragitto del corridoio si verificava espulsione spontanea del feto con caduta dello stesso sul pavimento in seguito a travaglio precipitoso, prima che il personale potesse intervenire per l’assistenza». Per l’avvocato Giannetti, in quei 14 minuti di «buco» si sono creati i presupposti per «l’evento dannoso in capo alla neonata (che per fortuna ora sta bene, ndr)» e per «il grave danno morale ed esistenziale alla minore e ai suoi genitori». In quei 14 minuti si sarebbe palesata «la responsabilità dei sanitari e dei medici», che non avrebbero «messo in sicurezza» la partoriente «secondo le più generali regole cliniche di assistenza». E lo stesso vale per il San Raffaele, «che non ha fornito – o comunque non ha dimostrato di aver fornito le linee guida per un protocollo di comportamento come previsto dalla norma». Ora la palla passa al pm.

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