San Colombano, morto nel B&B dopo la notte di eccessi: il caso resta aperto

Dopo l’autopsia il corpo del 33enne barese è a disposizione dei familiari che potranno organizzare il funerale

I carabinieri davanti al bed and breakfast a San Colombano

I carabinieri davanti al bed and breakfast a San Colombano

San Colombano al Lambro (Milano), 11 dicembre 2017 - Se il caso di Giuseppe Spinelli, il 33enne di Altamura (Bari) trovato morto con la gola squarciata nel cortile del bed and breakfast sulla Collada a San Colombano nella notte tra il 6 e il 7 dicembre, è ancora aperto, è perchè il pm di Lodi, Emma Vittorio, non ha ancora raccolto tutti gli elementi per chiudere l’inchiesta. Dopo l’autopsia, compiuta sabato a Lodi, il corpo è a disposizione dei familiari che potranno organizzare il funerale. Il suicidio di Spinelli, secondo il medico legale Yao Chen, è un’ipotesi compatibile con la ferita alla gola, inferta con un vetro rotto. I primi esiti scientifici sembrano ritenere valida la versione dei fatti resa da Marcella Ninni, la 42enne pugliese, di Santeramo, che quella notte era con Spinelli nel B&B. Separato lui, sposata lei, avevano una relazione da circa un anno. Erano colleghi e le trasferte, per l’azienda telefonica, erano occasioni per stare insieme. La donna, unica testimone della tragedia, ha raccontato agli inquirenti che Spinelli si sarebbe ucciso in preda a raptus e che lei avrebbe tentato di fermarlo. La Procura di Lodi e i carabinieri di San Donato Milanese cercano di capire il motivo che avrebbe scatenato il delirio del 33enne. La droga ha avuto il suo ruolo, per quello che è stato raccontato dalla Ninni, ora tornata in Puglia.

Forse, anche, una furibonda lite, magari causata dalle pressioni di lui perché lei, trascorso ormai un anno della relazione clandestina, lasciasse il marito. La scena che attorno alle 5 di giovedì si sono trovati davanti i carabinieri è stata allucinante: la camera devastata, i vetri rotti e i mobili a pezzi. Insomma, i resti di una furiosa lite. Con i rilievi scientifici i carabinieri hanno trovato tracce utili, come impronte di uno dei due, o di entrambi, sull’arma: un coccio di vetro che è stato trovato nel cortile, pieno di sangue. E c’è una pietra insanguinata, abbastanza grande, nel cortile della villetta che desta qualche sospetto. La macchia di sangue che si nota potrebbe essere riconducibile all’ematoma sulla nuca di Spinelli. Capire se il suo decesso, impugnando quel coccio e tagliandosi, sia stato un suicidio nel delirio successivo a ore di cocaina, sesso e litigi come raccontato ai carabinieri dalla Ninni, oppure se la donna abbia avuto un ruolo e stia coprendo la verità e un’eventuale colpa, è ormai solo questione di ore.

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