Morto in via Sarpi, sparo a bruciapelo. Le piste: soldi in nero e usura

La vittima non si è difesa e ha aperto la porta al suo assassino

I carabinieri davanti alla casa dove è avvenuto il delitto

I carabinieri davanti alla casa dove è avvenuto il delitto

Milano, 9 dicembre 2016 - Xue Chengxiang, il cinese di 32 anni trovato morto nel suo monolocale al civico 25 di via Sarpi, è stato ucciso da un solo colpo di pistola sparato a bruciapelo al petto. Non ci sono segni di difesa, dice l’esito dell’autopsia, il proiettile gli ha trapassato il petto ed è uscito dalla schiena. Presumibilmente Chengxiang conosceva l’assassino, ha aperto la porta a qualcuno che aspettava, o a un viso noto, forse nemmeno il tempo di litigare e subito l’esecuzione. Se si fa più chiara la dinamica dell’omicidio che si è consumato all’interno della Chinatown milanese, perde corpo l’ipotesi che l’uccisione possa essere collegata alla inchiesta sul maxiriciclaggio di denaro della Guardia di Finanza che ha fatto luce sui meccanismi di trasferimento illecito di un fiume di denaro all’estero. Per gli investigatori, se non è del tutto escluso che l’uomo avesse, in passato, fatto il corriere verso l’Inghilterra, tuttavia in questo caso l’omicidio sarebbe avvenuto più per uno sgarro legato a un giro denaro nei confini di Paolo Sarpi.

Il movente, per i carabinieri del nucleo investigativo, sono sicuramente i soldi. Che lavoro svolgesse il 32enne è ancora poco chiaro. All’interno del suo monolocale sono state trovate alcune macchinette contasoldi. Di certo si sa che Chengxiang maneggiava parecchi quattrini, e che quei pochi metri quadrati affittati in uno stabile di ringhiera abitato anche da italiani erano diventati il suo ufficio. Lì lo ha trovato agonizzante la moglie lo scorso 2 dicembre: trasportato al Niguarda, è morto mezz’ora dopo l’arrivo in pronto soccorso, senza mai riprendere conoscenza. La moglie è stata interrogata per ore, ma non ha aiutato a trovare una pista certa. I carabinieri si concentrano nel giro dei contatti più stretti, lì si nasconde la soluzione dell’omicidio.

Quattrini in nero, money transfer abusivi, forse potrebbe aver fatto la cresta sul guadagno, forse potrebbe aver prestato denaro. La sua era una famiglia integrata, medio borghese, in Italia da tanti anni, Chengxiang disponeva di diversi appartamenti in zona Chinatown, la moglie gestiva un bar nella zona. Nelle ipotesi degli investigatori l’uomo ha fatto uno sgarro a qualcuno, o ha preteso denaro. Così quella mattina di due settimane fa l’assassino ha suonato il campanello del portone al civico 25 che affaccia su via Sarpi, è salito inosservato. Al secondo piano Chengxiang lo aspettava, il colpo di pistola, poi ha chiuso la porta blindata dell’appartamento e si è allontanato. Gli investigatori stanno controllando tutte le immagini riprese dalle telecamere per vedere se c’è qualche volto riconoscibile e stringere il cerchio sui sospettati. anna.giorgi@ilgiorno.net

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