Ucciso e sigillato nella sua stanza: il killer lascia l’epigrafe sulla porta / VIDEO

Milano, il figlio al veterinario: cura tu il cane. E lui scopre il corpo

Mortuaria e polizia fuori dall'appartamento (Newpress)

Mortuaria e polizia fuori dall'appartamento (Newpress)

Milano, 29 novembre 2017 - Il cadavere ricoperto di polvere di cemento. La porta della stanza sigillata con il silicone. E un foglio di carta con le date di nascita e morte: «5 ottobre 1948 – 11 novembre 2017». Come fosse una lapide su una tomba. Allestita in casa.

Ha contorni macabri il delitto di corso XXII Marzo a Milano. Il corpo di un pensionato di 69 anni, Guido Begatti, ritrovato in avanzato stato di decomposizione. E i sospetti della polizia che sin dai primi minuti si concentrano sul figlio Hugo Alberto, 31enne di origine cilena adottato dall’uomo e dalla moglie (deceduta qualche mese fa) quando era ancora piccolo. L’allarme scatta alle 10 di ieri mattina. Ad allertare le forze dell’ordine è il veterinario che si occupa del cane della famiglia, un bassotto: al primo piano del civico 37, palazzo signorile a due passi dal centro, ci è arrivato dopo aver ricevuto una mail (inviata alle 6 del mattino) in cui proprio Hugo Alberto lo invitava a presentarsi sul pianerottolo dell’appartamento per ritirare una busta nascosta sotto lo zerbino. In quella busta, il medico trova una lettera a lui indirizzata (non firmata) in cui gli si chiede di prendersi cura dell’animale (e in cui si farebbe riferimento pure a propositi suicidi del trentunenne) e le chiavi dell’abitazione. Il veterinario, evidentemente preoccupato da quella misteriosa missiva, non apre, ma chiama il 112.

A entrare per primi sono gli agenti dell’Ufficio prevenzione generale, che scoprono il corpo di Begatti senior, morto almeno da un paio di settimane secondo una prima ipotesi (18 giorni fa secondo la data sulla porta). «Si tratta di un evento violento», conferma già a metà mattinata la dirigente dell’Upg Maria Josè Falcicchia. Il sessantanovenne sarebbe stato strangolato dal suo assassino. Sul posto arrivano anche il pm di turno Enrico Pavone, gli uomini della Scientifica e gli investigatori della Omicidi della Squadra mobile, guidati dal dirigente Lorenzo Bucossi e dal funzionario Achille Perone.  Scatta la caccia al giovane, ritenuto il principale sospettato dell’omicidio: secondo un vicino di casa, sentito dagli inquirenti, Hugo Alberto sarebbe uscito di casa domenica sera per non farvi più rientro. Dopo 15 giorni passati in casa con il cadavere del padre nell’altra stanza. Quarantotto ore di tempo per allontanarsi e far perdere le proprie tracce, anche se ieri mattina si è comunque rifatto vivo con la mail inviata all’alba al veterinario di fiducia. Resta da capire cosa abbia spinto l’uomo a uccidere il padre e se tra i due ci fossero dissapori acuiti dalla recente scomparsa della madre.

 

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