Operai morti alla Lamina, nessuna perdita: mistero sull’incidente

Ultimi rilievi sull'impianto: non sono emerse anomalie nella rete dell'argon

Tre morti in poche ore in incidenti sul lavoro

Tre morti in poche ore in incidenti sul lavoro

Milano, 21 febbraio 2018 - I Tecnici ieri hanno esaminato a lungo la rete di distribuzione del gas argon, per verificare eventuali perdite nell’impianto della fabbrica Lamina di Milano dove, lo scorso 16 gennaio, si è verificato l’incidente che ha portato alla morte di quattro operai. Non sarebbero emersi «difetti evidenti» o malfunzionamenti, come era già risultato nei precedenti sopralluoghi con le «prove di funzionalità» su altre parti della vasca e del forno per la lavorazione dei metalli. Resta quindi, stando agli elementi raccolti finora dai consulenti nominati dalla Procura di Milano, un’incognita sulle cause dell’incidente.

L’impianto, infatti, non presenterebbe anomalie. Nelle rete di distribuzione dell’argon non sono stati individuati buchi o fratture. Sembrerebbe «tutto in regola», anche se quel giorno qualcosa è successo. E i quattro operai - Marco Santamaria, Giuseppe Setzu e i fratelli Arrigo e Giancarlo Barbieri - sono morti intossicati. Quello eseguito ieri è l’ultimo sopralluogo previsto nell’ambito della maxi-consulenza, al quale hanno partecipato anche i consulenti nominati dai legali dei parenti delle vittime e dall’avvocato Roberto Nicolosi Petringa, difensore del responsabile legale dell’azienda, Roberto Sanmarchi, indagato per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose (altri due operai sono rimasti intossicati in modo lieve).

Ggli elementi raccolti finora confluiranno nella relazione che, entro la fine di marzo, dovrebbe essere depositata in Procura. Toccherà poi agli inquirenti tirare le fila dell’inchiesta, aperta per ricostruire le cause dell’incidente e valutare eventuali responsabilità. Ieri sono state ascoltate anche alcune persone informate sui fatti, tra cui operai dell’azienda. L’impianto “incriminato” resta sotto sequestro. Intanto nelle altre aree dell’azienda in via Rho, zona Greco, il lavoro è ripreso a pieno regime. Il dissequestro disposto dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano nei giorni successivi alla tragedia ha scongiurato lo spettro della cassa integrazione.

 

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