Stazione Centrale, presidio polizia davanti al bazar: "Ora possiamo lavorare tranquilli"

"Guarda lì, ci sono quattro turisti che stanno mangiando un gelato: non vedevo una scena così da settimane...". Carlo Bianculli si guarda intorno e quasi non ci crede

VIALETTO LIBERATO La differenza tra la situazione di martedì pomeriggio davanti al negozio di Bianculli e quella di ieri mattina

VIALETTO LIBERATO La differenza tra la situazione di martedì pomeriggio davanti al negozio di Bianculli e quella di ieri mattina

Milano, 22 luglio 2017 - «Guarda lì, ci sono quattro turisti che stanno mangiando un gelato: non vedevo una scena così da settimane...». Carlo Bianculli si guarda intorno e quasi non ci crede: «Mi sa che rimando le ferie, è un piacere venire qui la mattina a lavorare: sembrava una situazione irrisolvibile, e invece...». E invece è bastato posizionare un blindato della polizia davanti al suo negozio di souvenir in piazza Duca d’Aosta per rompere l’assedio. Un assedio che vi avevamo raccontato su queste pagine martedì. Decine di migranti a bivaccare tutto il giorno a pochi metri dal bazar che il negoziante 55enne ha spostato in Centrale dopo essere stato costretto a chiudere l’attività in via Beltrami. Ragazzi stesi a terra all’ombra degli alberi. Donne che vendevano abusivamente pasti caldi a 3 euro.

E pusher rintanati nello spazio tra il chiosco e l’aiuola per incontrare i clienti e passare la dose. «Come si fa a lavorare? – aveva allargato le braccia – Se continua così, mi toccherà chiudere o spostarmi ancora». Da lì la decisione di inviare un esposto a Prefettura, Questura e Comune per segnalare il problema: «Appare arduo, per non dire impossibile, che turisti o viaggiatori in transito verso la stazione – si legge nel documento predisposto dagli avvocati Maurizio Zoppolato e Sandor Del Fabro – possano pensare di accostarsi alla struttura di vendita del signor Bianculli, se ad attenderli trovano una pletora di individui dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti, spesso protagonisti di violente contese, fisiche e verbali».

L'appello alle autorità: «Adottare quelle misure minime, come il pattugliamento a intervalli regolari del versante est della piazza, suscettibili di garantire il mantenimento dell’ordine pubblico e del decoro urbano nella zona antistante il chiosco». Detto, fatto. Da un paio di giorni, il blindato della polizia è parcheggiato davanti al negozio di souvenir. Conseguenza: le decine di migranti che si fermavano lì fino a sera sono spariti. «Ringrazio le forze dell’ordine per aver ascoltato la mia richiesta – sorride Bianculli –. Mi hanno garantito che resteranno lì per un bel po’». La speranza del negoziante è che la questione si sia chiusa una volta per tutte: «Non solo per me, ma anche per milanesi e turisti».

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