Migranti e sicurezza, il sindaco Sala: "A Milano c'è equilibrio, no a strappi"

Il sindaco ha parlato del decreto Minniti e della sua partecipazione alla manifestazione per l'accoglienza del 20 maggio prossimo

Blitz della polizia in Stazione Centrale

Blitz della polizia in Stazione Centrale

Milano, 11 maggio 2017 - "Immigrazione a Milano? C'è un equilibrio delicato, non bisogna fare strappi ma cercare di mantenerlo". E' quanto ha detto il sindaco Beppe Sala, intervenendo a Radio Popolare, il giorno dopo il vertice sulla sicurezza con il ministro dell'Interno Marco Minniti che ha avuto al centro l'operazione di polizia in Stazione Centrale. "L'incontro di ieri ho voluto che fosse con tutti i protagonisti al tavolo, prefetto e questore, comune e regione, ho spiegato che stiamo cercando con uno sforzo quotidiano di tenere un equilibrio delicato. Ora funziona, con tutti i limiti, ma non si possono dare segni distonici - ha spiegato il primo cittadino - nessuno nega che la stazione sia luogo delicato, ma ci sono modi e modi. Ho chiesto che ci sia un metodo in gestione della sicurezza, che non è della questura ma di tutti noi". Sala ha ricordato che oltre agli 800 militari e alla polizia a Milano ci sono 3mila vigili "se diciamo tu fai questo e io questo è un disastro. Il Decreto Minniti dà ruoli precisi, bisogna lavorare insieme ma dobbiamo tenere conto della impostazione politica.

"Il sindaco non lavora per abbattere le leggi, lavora per cambiarle. Il dialogo con Minniti deve essere questo: spiegare che ci sono delle ragioni per cui si può far di più o diverso, ma se qualcuno si aspetta da me il rifiuto di una legge dello Stato non sarà così, se ci si aspetta che porti avanti l'idea di una città che dimostra che l'integrazione può funzionare è un'altra cosa", ha detto ancora Sala. E ha spiegato di aver sollecitato il ministro per un lavoro congiunto per cui "Milano puo' essere un buon test" e soprattutto auspicando una maggiore efficienza. "Non è pensabile che ci siano tempi troppo lunghi per definire lo status di rifugiati, all'hub di via Sammartini noi diciamo agli ospiti che arrivano 'noi ti accogliamo ma in 7 giorni devi avviare iter' sulla tua posizione in Italia. Se però poi va e viene richiamato dopo tre mesi tutto il sistema crolla sul niente. Bisogna essere piu' efficienti", ha detto. "Abbiamo vinto le elezioni sulla base di un programma e un modo di essere, ora si fa così, se tra quattro anni si vince sarà diverso". Dunque ha aggiunto il sindaco "possiamo immaginare che ci sia un metodo e si concerti cosa e come fare, che la si faccia di mattina o sera è un problema della questura non metto becco, ma vogliamo essere partecipi delle decisioni su come si fanno le cose". Il sindaco ha spiegato che chi arriva viene subito censito e controllato e bisogna togliere l'idea che "qualcuno è in giro e non sappiamo dove sia". "Il controllo ci può essere, accettando principio che c'è chi ha diritto allo status di rifugiato e chi no. Noi a Milano solidali con tutti, non è pensabile che i tempi siano troppo lunghi per definire questo diritto" ha aggiunto.

Poi, ha parlato di "Milano senza muri", l'evento previsto il 20 maggio:  "Non è una manifestazione del Comune e voglio partecipare da cittadino, non è una mancanza di rispetto, sono un cittadino libero e verrò senza fascia, facciamo una cosa che è anche festosa, la fascia porta spesso più problemi e dibattito che altro, sono Beppe Sala e mi muovo a testa alta". Il primo cittadino in merito ha rivendicato la sua fama di uomo pragmatico: "Non mi vergogno, mi piacerebbe venisse fuori la mia anima e sto cercando di aprirmi e farmi capire, c'è questo nella manifestazione" ha detto, ricordando che il suo amico sindaco di Los Angeles subito dopo l'elezione scrisse al nuovo presidente Trump per dirgli che, parlando della costruzione del muro con il Messico, il 60 percento dell'economia e delle aziende della metropoli californiana sono state fondate e sono rette da immigrati. "Qui c'è un aspetto di società che cambia che dobbiamo pragmaticamente affrontare e gestire, poi ci deve essere un'anima di solidarietà. Il tema è sempre questo di una Milano competitiva e solidale, le due cose devono viaggiare insieme" ha aggiunto parlando dell'immmigrazione. Da "politico di sinistra" ha precisato, sul tema dell'immigrazione che si tende a mettere insieme con quello della sicurezza "dico che il messaggio della destra è semplice, non vogliamo più immigrati, quello della sinistra deve essere più elaborato".

L'idea è quella di una Milano più internazionale ad aperta al mondo: "Normalmente questo ha dei vantaggi e può avere anche un prezzo che va pagato perchè ci ritorna in futuro, integrare non vuol dire solo accogliere ma trovare condizioni per integrare". La scelta di sfilare non comporta nessuna difficoltà dal punto di vista politico: "Il dibattito è sempre positivo, lungo decine di anni non si risolve in un giorno o mese, la mia posizione molto costruttiva e sono convinto che il mio atteggiamento abbia senso. Non è problema di riconciliarsi con Minniti, le leggi si applicano, siamo politici di dialogo e cerco di partecipare al pensiero politico che nasce in Italia" ha concluso Sala.

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