Rivoluzione Atm: addio biglietto, in metropolitana si entra con carta di credito

Il dg Arrigo Giana: "Tornelli dotati di Pos per aprirsi con le card e ad altezza uomo contro i furbi. Atm è pronta"

Il dg di Atm Arrigo Giana

Il dg di Atm Arrigo Giana

Milano, 22 dicembre 2017 - Arrigo Giana, direttore generale di Atm, in che modo il nuovo management dell’azienda di trasporto intende affrontare il tema dell’evasione tariffaria sui mezzi pubblici?

«Porteremo avanti tre strategie di intervento: la smaterializzazione del titolo di viaggio, l’installazione di barriere fisiche e l’intensificazione dei controlli. La prima strategia consiste nel rendere sempre più facile l’acquisto del biglietto in modo da togliere l’alibi dell’edicola chiusa. Tra pochi giorni presenteremo una versione aggiornata della nostra applicazione grazie alla quale sarà possibile acquistare i ticket sul proprio smartphone attraverso l’impronta digitale. Detto altrimenti: il login all’area della app nella quale è possibile comprare e pagare i biglietti col sistema Pay Pal si potrà fare lasciando l’impronta del dito. Tra parentesi: la nuova app consente anche di accedere al car sharing e di avere informazioni sugli orari di treni ed aerei. Un’ulteriore e significativia svolta arriverà, per i mezzi di superficie, con la tecnologia 5G».

Nel dettaglio quali novità avete in mente?

«Innanzitutto un progetto a breve termine: chiunque si sposterà lungo le linee della metropolitana potrà superare il tornello semplicemente avvicinandovi la carta di credito. Il funzionamento è immediato: si avvicina la carta al tornello sia per accedere alle banchine sia per uscirvi e il sistema, una volta ricevute le informazioni sulla stazione d’ingresso e sulla stazione di uscita, è in grado di calcolare la tariffa corrispondente, che sarà scalata direttamente dalla carta. Altrettanto vale per le multe, anche in questo caso il pagamento sarà immediato. Il controllore si limiterà ad avvicinare al suo palmare la carta di credito del cliente. Punto. Poi sarà il sistema a verificare se ad una stazione di ingresso è o no associata una stazione di uscita. Qualora così non fosse, dal conto del cliente viene scalato direttamente l’importo della sanzione».

Questo sistema sembra perfetto per i viaggiatori occasionali, per chi acquista biglietti singoli. Sarà possibile abbinare la carta di credito anche agli abbonamenti?

«Il sistema è inizialmente concepito per il viaggiatore occasionale ma il sistema è in grado di “personalizzare” la tariffa, di calcolare e scalare la tariffa più adeguata nel caso in cui il cliente si distingua per un utilizzo frequente della carta di credito e, quindi, per un acquisto frequente del biglietto singolo».

Tra quanto tempo sarà possibile superare i tornelli con una carta di credito?

«Ormai ci siamo, questione di pochi mesi. Tra febbraio e marzo del 2018 inizieremo ad adeguare alla nuova tecnologia i tornelli delle 113 stazioni di tutte le linee della metropolitana. Si tratta di installarvi all’interno un POS. Contiamo di completare l’opera prima dell’estate 2018 e da quel momento il nuovo sistema di accesso e di pagamento sarà attivo».

Ma non varrà altrettanto sui bus e sui tram o sbaglio?

«Partiremo dalle metropolitane. Ma la tecnologia 5G sarà fondamentale per le linee di superficie e ci consentirà, in tempi più lunghi, di fare altrettanto anche a bordo di autobus e tram. Il problema è che le convalidatrici installate sui mezzi di superficie sono offline, non consentono il dialogo con sistemi informatici e bancari. Più semplicemente, a fine giornata, nei depositi, si scaricano le informazioni che hanno registrato durante le corse. Il sistema 5G, che stiamo sperimentando grazie al Comune con partner di primo piano quali Vodafone, ci aiuterà a superare anche questa barriera».

A proposito di «barriere»: benissimo la tecnologia, ma che impedisce di montare in tutte le stazioni della metropolitana tornelli ad altezza uomo, di quelli che si vedono in più città europee, in modo da contrastare «il salto del tornello»?

«Nulla lo impedisce. E infatti il Comune e Atm ci stanno pensando. Tra gli investimenti che abbiamo in animo di fare c’è anche la sostituzione dei tornelli in modo che diventi difficile saltarli. È il tema delle “barriere fisiche” che ho indicato poco fa come una delle tre strategie da seguire. E non è tema limitato ai tornelli: nelle stazioni ci sono, ad esempio, cancelletti di servizio anch’essi facili da scavalcare e, d’accordo col Comune, intendiamo intervenire anche su essi. Infine, terza strategia, me lo faccia dire: i controlli da parte del nostro personale, che abbiamo intensificato perché il presidio fisico è l’altra soluzione».

Evasione tariffaria fa spesso rima con problemi di sicurezza, specie sui mezzi di superficie. E subito viene in mente il caso-limite della 90-91. Che farete, realisticamente, per migliorare la sicurezza di chi viaggia?

«Abbiamo aumentato del 50% il numero delle guardie giurate a nostra disposizione: arriveremo a 150. Il nostro rapporto con il prefetto, il questore, le forze dell’ordine, la polizia locale è ottimo e la collaborazione funziona. Investiremo, poi, in videosorveglianza “intelligente”: le telecamere non mancano nelle nostre stazioni ma occorrono telecamere capaci di direzionarsi in tempo reale sulla zona dalla quale sta originando un pericolo o dove si sta consumando un evento non consentito in modo da migliorare la velocità della risposta e la prontezza dell’intervento. Detto questo mi lasci dire che il tema della 90-91 è enfatizzato: un conto è la percezione di insicurezza, sulla quale dobbiamo certamente lavorare, un altro è l’insicurezza reale, sulla quale si romanza molto».

Mercoledì Comune e Atm hanno presentato il piano di conversione della flotta bus da diesel ad elettrico che richiederà la realizzazione di tre nuovi depositi: come e in che tempi?

«Le posso anticipare che insieme al nostro azionista daremo vita a depositi davvero speciali. Esempio: una volta finito il turno, il conducente potrà limitarsi a lasciare l’autobus davanti al deposito, sarà poi un sistema di guida automatico a portare il veicolo dentro il garage, a ricaricarne le batterie e a rendere disponibili all’uso, nei vari turni, solo i mezzi che hanno fatto il pieno di batteria e che sono in ordine dal punto di vista della manutenzione. Tutto movimentato in automatico. E tutto all’insegna della sostenibilità: anche gli edifici dei depositi saranno fedeli alla filosofia del basso impatto ambientale. La progettazione è affidata al Politecnico».

Dove e quando saranno realizzati?

«Non è competenza di Atm stabilire quali siano le aree disponibili ad ospitare i nostri depositi, questo lo deciderà il Comune e noi ci atterremo alle indicazioni. Posso dirle soltanto quali sono le macro-aree, sorgeranno uno nella periferia sud-ovest della città, uno nella periferie sud-est, vicino a San Donato, e uno a nord. Il primo lo apriremo ragionevolmente entro tre anni, nel frattempo provvederemo all’adeguamento dei 5 depositi bus esistenti, partendo proprio da quello di San Donato che ospiterà i primi 25 bus elettrici in arrivo all’inizio del 2018 e che dovrà via via avere 100 posti per l’elettrico». (Secondo indiscrezioni un deposito potrebbe sorgere nell’area di Ronchetto vicino a quello della M4 e un altro in zona Triboniano ndr)

Quanto spende ogni anno Atm in gasolio?

«Trenta milioni di euro all’anno. L’elettrico ha costi iniziali maggiori ma costi di gestione inferiori, anche dal punto di vista della manutenzione, non solo perché l’elettricità costa meno».

Il rinnovo della flotta dei bus (valore 2 miliardi di euro, uno dei quali da reperire internamente), il rinnovo dei tornelli, la videosorveglianza intelligente, la già nota necessità di un sistema di segnalamento e di lavori di impermeabilizzazione sulla M2: sicuri non servano anche aumenti delle tariffe per finanziare tutto ciò?

«Noi ci atteniamo alle scelte del Comune, nostro azionista. Ma mi sento di escludere rincari».

 

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