Colf trovata morta, la sorella: "Era piena di vita, indagate ancora"

Lo sfogo di Alina Odica. Ma si fa strada l'ipotesi del gesto volontario

Mariana Odica, 35 anni (Newpress)

Mariana Odica, 35 anni (Newpress)

Milano, 18 luglio 2017 - Alina odica non si dà pace: «Non può essersi suicidata. E poi non in quel modo... No, non è possibile, deve esserci un’altra spiegazione». A parlare al Giorno è la sorella di Mariana, la colf di 35 anni trovata in un lago di sangue domenica scorsa dalla proprietaria di casa dell’appartamento al primo piano di viale Coni Zugna 65. Arrivata a Milano due giorni dopo il ritrovamento del cadavere, Alina, un paio d’anni più giovane della sorella, è ripartita l’altroieri per raggiungere i familiari a Tulcea e organizzare i funerali della 35enne: «Sono venuta solo io: i miei genitori sono rimasti a Tulcea, così come i miei due fratelli che vivono in altri Paesi esteri».

Alina, la polizia italiana sta ancora indagando sulla morte di sua sorella, ma sin dalle prime ore gli investigatori della Squadra mobile non hanno escluso l’ipotesi del gesto volontario. «Ringrazio la polizia italiana per il lavoro che hanno fatto, ma faccio loro un appello: indagate ancora, non è possibile che mia sorella si sia tolta la vita».

Le ferite sul corpo di Mariana, cinque coltellate di cui due più profonde tra gola e petto, sono state considerate compatibili sia con l’omicidio che con il suicidio. Però ci sono altri particolari che fanno propendere per la seconda strada: l’assenza di segni di difesa sulle mani, il corpo rimasto nello stesso punto nonostante Mariana sia morta dissanguata, le chiavi di casa regolarmente sul tavolo con la porta chiusa. Perché lei pensa che non si sia suicidata? «Perché Mariana era una ragazza piena di vita, allegra e generosa. Sempre gentile con tutti e con tanti sogni nel cassetto: era tornata in Romania per studiare, aveva tutta la vita davanti. E poi lei adorava Milano: le piaceva moltissimo il Duomo. Anch’io sono stata per un periodo in Italia con lei, ma poi ho scelto Londra, dove risiedo attualmente. Lei, invece, era innamorata dell’Italia».

Quando siete arrivate in Italia la prima volta? «Una decina d’anni fa, se non ricordo male. Prima io, poi lei».ù

Sempre a Milano? «No, Mariana ha lavorato anche in provincia di Napoli».

Come badante? «No, come commessa in un negozio».

Aveva un fidanzato all’epoca? «Sì, ed era rimasta in ottimi rapporti con lui».

E l’ultimo rientro in Italia? «È partita a fine giugno».

Aveva già un lavoro? «Sì, lei poteva contare su ottime referenze per i lavori che aveva svolto in passato».

Quando vi siete sentite l’ultima volta? «Il 7 luglio. Era tranquilla, come sempre».

Tre giorni dopo, è stata ritrovata senza vita. «Non riesco a darmi una spiegazione. Suicidio, dite voi? Ma perché? E poi perché farlo in quel modo? Se io voglio suicidarmi, mi taglio le vene o mi butto giù da un palazzo. Perché uccidersi in quel modo così strano? No, non può essere andata così. Voglio fare un appello alla polizia italiana: vi ringrazio per il vostro lavoro, ma continuate a indagare su questa storia».

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