Linate vuole guardare più lontano, un piano da 156 milioni per lo scalo

Nuova facciata e pista più moderna. Con gare pubbliche

TAKE OFF Un aereo in decollo

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Milano, 1 marzo 2017 - «Dopo un quarto di secolo si torna ad investire su Linate». A scandire l’annuncio è Pietro Modiano, presidente di Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Milano. Nel piano industriale della Spa, presentato ieri sotto le torri di controllo del Forlanini, si prevedono interventi per 156 milioni di euro per ammodernare uno scalo «al quale non si mette mano dal 1993 – sottolinea Modiano –. Il city airport ormai è vecchio quanto a concezione e sistema di gestione dei flussi».

Il documento d’intenti abbraccia i prossimi 13 anni, fino al 2030. Il numero uno della Spa chiarisce, però, che «il piano è diviso in due fasi» e che i primi interventi saranno lanciati e completati «entro la fine del 2017». Entro questa scadenza Sea provvederà, nel dettaglio, «a rifare completamente la facciata dell’aeroporto e la tettoia esterna che la percorre ricorrendo a materiali trasparenti con l’obiettivo di eliminare l’effetto buio». Sempre entro la fine dell’anno in corso «sarà completamente ripensata l’area degli arrivi». «Le gare d’appalto per questi lavori saranno pubblicate nei prossimi giorni», assicura Modiano.

Attenzione, poi, alla scadenza del 2019, anno entro il quale bisogna rifare la pista. Un intervento non prorogabile: stando ai parametri di legge, la pista nel 2019 avrà terminato il suo ciclo vitale naturale. Da qui l’accelerata: «Abbiamo avviato la procedura della Valutazione d’Impatto Ambientale – spiega Claudio Del Bianco, direttore Relazioni Esterne di Sea –, che prevede la pubblicazione e l’invio del masterplan a tutti gli enti interessati, a partire dai Comuni, che hanno 60 giorni di tempo per avanzare eventuali osservazioni. A quel punto tocca a noi recepirle. Nella migliore delle ipotesi l’iter durerà 12 mesi, nella peggiore 18». Ma si stanno cercando corsie preferenziali per sveltire le procedure, considerato che la nuova pista non comporta aumenti di volumetrie e resterà coi suoi 2.440 metri: «È inallungabile», sentenzia Modiano. La prima fase del piano industriale scade nel 2021 ed entro questo orizzonte dovrà essere aperto e chiuso il cantiere per la nuova torre di controllo, a cura dell’Enav, e il rifacimento degli Hangar 9 e 10, a cura di Sea Prime a Aviazione Generale.

Nel complesso un ammontare di interventi che vale 156 milioni di euro: 118 a carico di Sea e 38 a carico degli altri tre enti (Enav, Sea Prime, Aviazione Generale). La fase due parte dal 2021 ed è, per stessa ammissione di Modiano, «un po’ onirica»: l’aeroporto viene concepito come l’epicentro di un polo urbano più ampio che include l’Idroscalo, il capolinea della nuova Metropolitana 4 e il nuovo centro commerciale griffato Gallerie Lafayette in arrivo a Segrate. L’idea, in sintesi, è creare un’area omogenea, un «parco urbano», attraverso l’abbattimento della palazzina che ospita attualmente gli uffici di Sea in modo da liberare il cono visivo e il relativo spazio tra l’Idroscalo e Linate.

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