"Sono tornato": Liam Gallagher al Fabrique di Milano

Il cantante: "Ho sempre amato gli Oasis ma per colpa delle manie di grandezza di qualcun altro ho dovuto rinunciarci"

Liam Gallagher

Liam Gallagher

Milano, 25 febbraio 2018 - Se lui era il numero due degli Oasis… il numero uno lo stanno ancora cercando. Liam Gallagher perde il pelo, ma non il vizio; quello di sparare sul fratello Noel accusandolo di aver spinto la band su un binario morto. La testa calda del rock inglese torna domani al Fabrique (tutto esauriro) per regalarsi una nuova chance, stavolta da solista, dopo la fine dell’epopea di “Wonderwall” e l’affossamento dei Beady Eye, sua prima esperienza artistica affrontata nei panni di plenipotenziario. «Ho sempre amato gli Oasis, ma per colpa delle manie di grandezza di qualcun altro ho dovuto rinunciarci», ha sparato con nonchalance qualche mese fa durante il blitz milanese per presentare il nuovo album “As you were” alla Vogue Fashion’s Night Out, ben sapendo che tanto il colpo avrebbe fatto il botto lo stesso. Sul marketing costruito dai terribili fratelli Gallagher a colpi d’insulti e di accuse reciproche ci si potrebbe scrivere un saggio.

“As you were” Liam l’ha concepito col magico tocco produttivo di Dan Grech-Marguerat e di quel Greg Kurstin a cui l’umanità deve pure “25” di Adele. Il repertorio dello spettacolo con cui il fratello-coltello torna a Milano si limita a sedici pezzi in tutto, sette dell’ultimo album e il resto diviso tra le due band che gli hanno segnato la vita con netta preferenza per quella che l’ha reso ricco e famoso. L’avvio dello show è affidato a due pezzi virati nostalgia quali “Rock’n’roll star” e “Morning glory”, mentre l’epilogo arriva con “Live forever”, la canzone che lui dice di amare di più. «Mi fa pensare a mia madre ed ogni sera è bello cantarla per lei». Lei, naturalmente, è Peggy Gallagher, genitrice sull’orlo di una crisi di nervi che, dopo la separazione dal padre alcolizzato, l’ha cresciuto assieme ai fratelli Paul e Noel nella casa popolare al n.1 di Cranwell Drive, Burnage, periferia Sud di Manchester. «La verità è che io non piaccio a Noel, Noel non piace a me e non credo le cose siano destinate a migliorare», assicura. «Quindi le possibilità di una reunion degli Oasis al momento sono zero, a meno che questo mio disco inizi a fare sfracelli in classifica e lui non riesca più a vendere una copia». Poi, però, a Natale si sono fatti gli auguri e tanto è bastato a far ripartire le illazioni, gelate a mezzo stampa. «So per certo che lui, sotto sotto, non vede l’ora di suonare negli stadi… ma negli stadi può andare solo quando ci sono pure io», ha detto Liam. «Vorrebbe rimettere assieme la band, ma non ha il permesso di farlo, la sua signora al momento non glielo lascerebbe fare».

Una parola d’amore, in casa Gallagher, non si nega a nessuno. «La verità è che la musica m’ha salvato», assicura. «Non so proprio che fine avrei fatto senza. No, non dico sarei finito come Kurt Cobain, però le cose sarebbero state molto diverse». Liam non s’è salvato, invece, da una turbolenta vita privata. Per lui un titolo “As you were”, come eri, assomiglia a una dichiarazione di intenti. «Significa che sono tornato», spiega. «So benissimo che qualcuno è una bella sorpresa, per qualcun altro no, amen. E poi quel titolo mi ricorda ‘You are here’, il motto di John Lennon, il mio riferimento irrinunciabile, perché in cima ai miei pensieri c’è sempre la musica degli anni Sessanta. Di sicuro non darò mai alle stampe un disco ispirato ai Duran Duran o agli anni Ottanta». E se Liam tornerà il 21 giugno al festival i-Days di Rho, il 23 pure Noel sarà all’Area Expo.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro