La storia di Gaia, guarita dalla leucemia: "Mia figlia dopo l’incubo balla e studia"

La bambina, 10 anni, è rimasta al passo con le lezioni grazie a Soleterre

LA MADRE Rosalba Rovati con Gaia. La famiglia è rimasta sempre unita La piccola ha una sorella più grande e un fratellino

LA MADRE Rosalba Rovati con Gaia. La famiglia è rimasta sempre unita La piccola ha una sorella più grande e un fratellino

Milano, 25 settembre 2016 - «Le piace ballare. Nella sua stanza. Con Benji e Fede, Francesca Michielin, Alessio Bernabei». E tutto il mondo fuori. Ancora. Quello che potrebbe sembrare una normalità per una bambina di 10 anni (tra pochi giorni) per Gaia, milanese, è il segno di una ripresa. Di una rinascita. «Nel 2012, a 5 anni e mezzo, è stata colpita da leucemia linfoblastica acuta – racconta Rosalba Rovati, Rosy per gli amici, precisa come solo una mamma che ha vissuto in prima persona la malattia di un figlio sa essere – è successo all’improvviso. Qualche giorno prima, dal pediatra, tutto a posto. Ma va così». Ricoverata al San Matteo di Pavia, per Gaia cominciarono due anni di chemioterapia. «Il secondo di mantenimento. Per fortuna non c’è stato bisogno di trapianti», ricorda la mamma. Negli ultimi tre anni nessuna recidiva. Controlli periodici con l’equipe medica coordinata da Marco Zecca, Giovanna Giorgiani e Lidia Decembrino.

Gaia è rientrata in classe, ha cambiato anche scuola, sempre nel milanese. «Se durante l’anno passato in ospedale, non è rimasta indietro – afferma Rosalba Rovati – è stato merito anche delle maestre della onlus Soleterre». Un’organizzazione umanitaria che negli ospedali sostiene le cure alle famiglie disagiate e offre sostegno psicologico e supporto educativo adeguato ai piccoli pazienti, che altrimenti rischierebbero di perdere il processo di scolarizzazione. Una onlus che fino al 31 dicembre lancia la campagna «Adotta una corsia», raccolta fondi a favore dei bambini malati di cancro e altre patologie ricoverati nei reparti pediatrici di tutto il mondo. «Una scuola nell’ospedale che ha consentito a Gaia – prosegue la mamma – di ritornare nella scuola statale senza perdere anni, di ricevere quel minimo di istruzione per non sentirsi lontana dai suoi coetanei». Tanto che se al rientro, in seconda elementare, le maestre l’avevano esentata dallo svolgere il Test Invalsi, la prova di valutazione nazionale, pochi giorni fa la bambina non si è sottratta.

«Ha svolto il suo primo Test Invalsi ed è contenta di come è andata», tiene a precisare Rosalba Rovati. A poco a poco Gaia ha ripreso i suoi hobby. «Le piace ballare, nella sua stanza. Stare con gli altri, chiacchierare con le amiche. Giocare a dama. E con i due fratelli litiga e si diverte». Come tutti i fratelli di questo mondo. La sorella ne ha 12. Il più piccolo, 4 anni, nacque negli stessi giorni in cui la famiglia conobbe la dura diagnosi. Anzi, la mamma si spostò dal pronto soccorso, dove insieme al marito aveva portato Gaia che da giorni si sentiva stanca, al reparto maternità «perché la dottoressa Giorgiani aveva notato che avevo contrazioni troppo forti». Quattro anni dopo, la piccola «si è integrata, compagni e insegnanti l’hanno sempre aiutata. C’era stato qualche pregiudizio di alcuni genitori nella scuola precedente, ma sono cose che passano. Ha ancora il suo docente di sostegno, a volte si sente debole. La ripresa ha i suoi tempi. Ci vuole pazienza». E la tenacia di una famiglia.

luca.salvi@ilgiorno.net

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