Tifosi accoltellati a Roma dopo Milan-Juve, l'indagato torna libero e va a San Siro

Stop alla custodia cautelare per Kevin Pirola. È indagato per le coltellate post finale di Coppa Italia del 21 maggio 2016

Kevin Pirola

Kevin Pirola

Milano, 22 maggio 2017 - E' tornato in Curva Sud giusto in tempo per vedere il suo Milan tornare in Europa dopo 3 anni di astinenza. Strette di mano e festeggiamenti nello spicchio di Meazza che non bazzicava dalla primavera del 2016. Kevin Pirola è tornato un uomo libero, nonostante su di lui penda la pesantissima accusa di tentato omicidio. Per chi non lo ricordi, il ventenne di Sesto San Giovanni finì in carcere esattamente dodici mesi fa per l’agguato andato in scena a Roma dopo la finale di Coppa Italia tra Milan e Juventus. Ripercorriamo le tappe della vicenda, per quanto finora ricostruito da un’inchiesta non ancora conclusa: «Stiamo aspettando l’avviso di chiusura indagini», conferma l’avvocato Jacopo Cappetta, difensore di Pirola nonché storico legale dei tifosi rossoneri.

La sera del 21 maggio, dopo la sconfitta rimediata contro i bianconeri, i fan del Diavolo salgono sui pullman per rientrare a Milano, scortati dalle forze dell’ordine fino all’uscita dalla Capitale. Al quartiere Prati succede qualcosa. I bus centrali si fermano, scendono più di 80 tifosi. Più un raid per reazione a chissà quale provocazione (forse un lancio di bottiglie) che una spedizione punitiva architettata a tavolino. Fatto sta che alcuni ultras, tra i quali Pirola secondo i pm, fanno irruzione al Jet lag di via Leone IV: aggrediti due avventori, Gianluca Messineo e Alessandro Palmieri, entrambi accoltellati per fortuna in maniera non grave. La polizia fa ripartire i mezzi per non creare problemi di ordine pubblico, ma dopo qualche chilometro i passeggeri dei bus «incriminati» vengono fatti scendere per essere identificati; a bordo gli agenti troveranno pure una mazza di legno, cacciaviti, fumogeni e qualche dose di hashish e marijuana. Pirola viene bloccato subito: a incastrarlo, si dice nelle prime ore, sono le testimonianze dei feriti, che l’avrebbero riconosciuto dal piercing al sopracciglio. Il sestese finisce in cella, e ci resterà per 48 giorni prima di ottenere i domiciliari. Nel frattempo, il quadro probatorio cambia. Uno dei feriti, Messineo, scagiona quasi subito il ragazzo: «Sono sicuro, non è stato lui: il mio aggressore è un uomo alto, pelato, con gli occhi azzurri». L’altro, però, conferma la sua versione: sarebbe stato Kevin ad affondare la lama nel fianco.

A luglio, Pirola torna a casa, per la felicità della madre che lo ha sempre difeso pubblicamente sui social. Per la cronaca, pure il diretto interessato si è sempre professato innocente. A distanza di un anno, però, l’indagine è ancora aperta, o quantomeno all’avvocato Cappetta non è stata notificata la chiusura. Conseguenza: dopo dodici mesi tra cella e domiciliari, Pirola è tornato libero per decorrenza dei termini (non essendo stata fissata l’udienza preliminare). E da uomo libero se n’è tornato tranquillamente a San Siro. E questo vuol dire, deduciamo, che la Questura di Roma non ha ritenuto di sottoporlo a Daspo per i fatti post Milan-Juve.

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