"Hey, do you speak English?". A Milano meglio non chiederlo

Musei, uffici, ospedali. I problemi di chi approda in città

Turiste straniere in Brera

Turiste straniere in Brera

Milano, 15 ottobre 2017 ​«Come ci dice 19? E 19 e mezza?» Alla Sormani intuiscono che vogliamo sapere, in inglese, a che ora chiude la biblioteca, ma chiedono a noi come si dice. Pochi dipendenti capiscono la richiesta del cronista che si finge studente Erasmus, ancor meno riescono a rispondere in modo comprensibile. Non è d’aiuto la pagina del sito del Comune dedicato alla Biblioteca centrale, e neppure il nuovo catalogo on line del sistema bibliotecario milanese: entrambi solo in italiano.

Le cose migliorano nelle biblioteche rionali, per esempio alla Valvassori Peroni, dove il personale, più giovane e volenteroso, conosce l’inglese e ci aiuta nella ricerca in catalogo. Nelle piscine comunali la situazione è ancor più problematica: in Bacone e Cozzi il personale ci risponde in italiano, al massimo scrivendo qualche indicazione di orario su fogliettini o consegnandoci la tabella degli abbonamenti, rigorosamente in italiano. Anche il sito di Milano Sport, società che gestisce le piscine comunali, non ha una versione inglese. Al Pronto soccorso del Policlinico riescono a darci indicazioni in inglese, mentre alla portineria del Fatebenefratelli non capiscono una parola. Lo stesso all’Istituto Carlo Besta, dove alla portineria è possibile anche ritirare gli esiti di molti esami. «Problemi a Milano con la lingua inglese? – risponde spazientita Donna, studentessa slovacca alla Statale –. Ogni giorno, e fra poco ne avrò di seri, perché devo andare alle poste». Proviamo anche noi a fingerci studenti stranieri alle poste in via Doria, corso Italia e via Paolo da Cannobio, e nessuno dei dipendenti che ci troviamo di fronte capisce l’inglese: tutti ci scrivono su fogliettini l’indirizzo dell’ufficio postale più vicino dove ritirare il kit per la richiesta del permesso di soggiorno. Quando gli uffici sono chiusi le indicazioni in vetrina sono solo in italiano. L’unico ufficio multilingue è alle Poste centrali di Cadorna: «Nuovo ufficio postale multietnico», si legge nella scritta all’esterno (in italiano).

Se la passano un po’ meglio i musei. I siti sono quasi tutti in doppia lingua, fanno eccezione il Museo archeologico, di Storia naturale, del Risorgimento, il Planetario. Solo parzialmente in inglese il sito del Castello Sforzesco. Poi chiediamo di acquistare una tessera per tutti i musei pubblici: al Museo del 900, Pac e Gam capiscono. Più difficile spiegarsi al Castello e al Museo di Storia naturale, dove nessuno dei tre dipendenti parla inglese. Appena fuori, nei giardini Montanelli, Michael Consimido sta raccogliendo le cartacce. Si è trasferito dalle Filippine in Italia a 9 anni e lavora per l’Amsa dal 2014. L’attuale contratto di sei mesi scadrà a dicembre, non sa ancora se glielo rinnoveranno. Eppure lui l’inglese lo sa.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro