Lamina, strumentazione del forno ai raggi X: caccia al guasto costato quattro vite

Milano, i superconsulenti entrano nello stabilimento sotto sequestro

Il corteo dei sindacati contro le morti sul lavoro

Il corteo dei sindacati contro le morti sul lavoro

Milano, 23 gennaio 2018 - I tecnici sono entrati ieri mattina nella fabbrica Lamina Spa di Milano, dopo il terribile incidente costato la vita a quattro operai. E hanno portato avanti per tutta la giornata gli accertamenti non ripetibili, disposti dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Gaetano Ruta nell’ambito di una maxi-consulenza per ricostruire la dinamica della tragedia e verificare eventuali responsabilità.

La attività potrebbero riprendere già da oggi su alcune porzioni dell’azienda sotto sequestro, di pari passo con l’avanzare degli accertamenti che verranno portati avanti anche nei prossimi giorni. Nel frattempo sono state eseguite le autopsie sui cadaveri dei quattro uomini - Marco Santamaria, Giuseppe Setzu e i fratelli Arrigo e Giancarlo Barbieri – rimasti intossicati dall’azoto che lo scorso 16 gennaio si è sprigionato in una vasca del forno per la lavorazione dei metalli probabilmente per un guasto, senza che l’allarme suonasse dopo la fuoriuscita del gas. Nei prossimi giorni, quindi, verranno celebrati i funerali. Altri due lavoratori sono rimasti intossicati in modo lieve, dopo aver inalato la sostanza. Gli accertamenti, a cui stanno partecipando anche gli esperti tecnici consulenti dei familiari delle vittime, oltre a quelli delle difese e della Procura, si sono concentrati sugli impianti della fabbrica e in particolare sulle strumentazioni del forno, con l’obiettivo di individuare le cause dell’incidente.

Tra le ipotesi al vaglio nell’ inchiesta, condotta da carabinieri, vigili del fuoco e tecnici dell’Azienda sanitaria territoriale, quella di un guasto al forno della fabbrica specializzata nella produzione per laminazione a freddo di nastri di alta precisione in acciaio e titanio. Un malfunzionamento che avrebbe richiesto l’intervento degli operai (anche di un elettricista esterno, morto) e che potrebbe aver provocato la fuga dell’azoto. Da verificare, inoltre, se siano state attivate e seguite tutte le procedure di sicurezza previste per questo tipo di interventi. I pm hanno deciso di disporre la consulenza perché nei luoghi dove è avvenuto l’incidente è necessario fare, al più presto, accertamenti «non ripetibili» che verranno portati avanti anche nei prossimi giorni, perché ci sono ancora diversi punti da chiarire. Il prossimo ingresso dei tecnici è già programmato per lunedì. L’unico indagato, come atto dovuto per svolgere tutte le indagini necessarie, è Roberto Sanmarchi, ingegnere e amministratore unico dell’azienda a conduzione familiare, difeso dall’avvocato Roberto Nicolosi Petringa. Intanto ieri si è svolto un tavolo sulla sicurezza in Prefettura, dopo uno dei più gravi incidenti sul lavoro avvenuti a Milano, con i sindacati, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Presto un nuovo tavolo ristretto che, secondo Sala, dovrà stabilire «quali sono i settori da cui conviene partire, se è più importante iniziare dalle piccole medie imprese o se dalle grandi aziende». Per Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, «metteremo a disposizione tutti i nostri dati e ci confronteremo sulle cose da fare».

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