Milano, esalazioni killer in azienda: "L'allarme non è suonato". Inchiesta per omicidio

Tre operai sarebbero morti per intossicazione da azoto, mentre un quarto resta ricoverato in condizioni gravissime. Ditta sotto sequestro

Carabinieri davanti alla Lamina Spa

Carabinieri davanti alla Lamina Spa

Milano, 17 gennaio 2018 - La Procura di Milano indaga con l'ipotesi di omicidio colposo plurimo sull'incidente avvenuto alla Lamina Spa, in via Rho a Milano, nel quale sono morti tre operai, mentre un quarto, Giancarlo Barbieri, 62 anni, resta ricoverato in condizioni gravissime. La sua prognosi quindi al momento rimane riservata. Come atto dovuto, per il sequestro della fabbrica e per gli accertamenti, verranno iscritti nel registro degli indagati il responsabile legale dell'azienda e probabilmente altre figure, come i responsabili della sicurezza

AZOTO KILLER  - I tre operai sarebbero morti perché intossicati dall'azoto uscito dalle tubature della ditta. Il dato è emerso dai primi accertamenti effettuati dai carabinieri, dai vigili del fuoco e dall'Asl, coordinati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Gaetano Ruta, che questa mattina si sono recati nell'azienda. A quanto si apprende, le prove saranno probabilmente congelate in un incidente probatorio che si terrà a breve. Secondo una prima ricostruzione, i primi due operai sono scesi nella vasca, si sono sentiti male e sono scivolati a terra, dove l'azoto si era depositato. I due uomini sono praticamente rimasti "immersi" nel gas tossico per alcuni minuti, finché altri due colleghi sono andati in loro soccorso, rimanendo a loro volta intossicati. Sotto accusa c'è il sistema d'allarme della fabbrica, che non avrebbe funzionato. Nessun allarme, infatti, ha segnalato la fuga di gas tossico che ha stordito i dipendenti. A dare qualche elemento in più sarà l'autopsia sui corpi delle tre vittime, che verrà eseguita nei prossimi giorni. Da chiarire anche se l'intervento degli operai nella vasca fosse legato a una riparazione da effettuare e perché non indossassero le maschere anti gas ma semplici mascherine.

AZIENDA SOTTO SEQUESTRO - Intanto, la ditta resta sotto sequestro. I carabinieri della compagnia di Milano Porta Monforte stanno lavorando con il personale dell'Ast per capire se ci siano stati errori umani o si sia trattato di un problema della strumentazione. Dai primi accertamenti, infatti, è emerso che poterebbero esserci stati dei malfunzionamenti nei rilevatori di gas e che quindi la fuga di azoto potrebbe non essere stata notata in tempo per evitare il grave incidente sul lavoro. Le indagini del procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano, a capo del pool 'ambiente, salute e lavoro', e del pm Gaetano Ruta si stanno concentrando, in particolare, sul perché i dispositivi di allarme, che hanno dei sensori per segnalare le fuoriuscita di monossido di carbonio e azoto, non abbiano funzionato. Dipendenti hanno riferito che la ditta è sempre stata molto attenta all'aspetto sicurezza.  Anche il legale della Lamina spa, l'avvocato Roberto Nicolosi Petringa, ha sottolineeato che l'azienda "è sempre stata esemplare, molto attenta alla sicurezza e alle condizioni di lavoro".

Fiori per le vittime alla Lamina
Fiori per le vittime alla Lamina

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PREOCCUPAZIONE PER IL FUTURO - In via Rho sono diversi i dipendenti che attendono notizie. "È un'azienda modello. Qui i controlli sono al 100%: la sicurezza è al primo posto", ribadisce un altro.  E ancora: "Eravamo una grande famiglia. Io lavoro qui da tanto, sono rimasto subito entusiasta del lavoro, sono una grande famiglia per me. Ho ancora negli occhi la faccia del mio responsabile: aveva il sorriso, era sempre allegro. Ho il flash di lui davanti alle scale con il sorriso". Tra i lavoratori c'è preoccupazione anche per il futuro: "Aspettiamo notizie dai rappresentanti sindacali, che ci dicano cosa fare. Speriamo che l'ingegnere tenga aperto. Qui c'è tanto lavoro e si lavora bene". "Essendo sotto sequestro per il momento non si sa nulla. Sarà lunga, speriamo nella cassa integrazione. Abbiamo tutti famiglie e mogli e che facciamo se chiude?", si chiede uno degli operai. "Di noi ci si interessa solo quando muore qualcuno - continua - questa è una delle poche aziende che resistono a Milano, anzi a volte si rifiutano anche ordini perché non ci sono abbastanza macchine per farli". 

MINUTO DI SILENZIO - Il Consiglio regionale della Lombardia, nell'ultima seduta della legislatura, ha ricordato con un minuto di silenzio le tre vittime dell'incidente sul lavoro di Milano. "In quest'Aula non manchi un pensiero per loro", ha detto il presidente Raffaele Cattaneo. Cattaneo ha sottolineato che si tratta del «più grave incidente sul lavoro che avviene a Milano da anni". "Ma - ha aggiunto - sappiamo che gli incidenti sul lavoro sono ancora troppi, nonostante quello che è stato fatto per ridurli: il risultato che auspichiamo non è ancora stato raggiunto, e l'attenzione alla sicurezza non può mai essere abbassata". Anche l'aula della Camera dei deputati ha osservato un minuto di silenzio per i tre operai deceduti ieri a Milano. "Occorre fare piena luce, in tempi rapidi, sulle cause e sulle responsabilità di questa inammissibile tragedia" ha detto in aula la presidente della Camera, Laura Boldrini.

PRESIDIO - Un piccolo presidio di circa 50 lavoratori e militanti autonomi si è ritrovato davanti ai cancelli della 'Lamina spa intorno alle 21 e ha appeso uno striscione con la scritta "Il capitalismo uccide". "Quella di stasera non è solo solidarietà operaia - ha spiegato uno di loro - qui sono morti tre operai e non è possibile che i sindacati elogino l'azienda in materia di sicurezza". A chi ha fatto notare che gli stessi dipendenti di via Rho raccontano di un'azienda molto attenta alla sicurezza, il militante ha risposto: "Spesso si fa per timore di essere licenziati o di subire ripercussioni". Il gruppo è rimasto davanti ai cancelli cantando "L'internazionale" e "Bella Ciao".

LUTTO CITTADINO -  Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, proclamerà il lutto cittadino dopo l'incidente alla fabbrica Lamina che ha causato tre morti e tre intossicati di cui uno ancora in gravissime condizioni. "Intendo fare tre cose - ha detto -. La prima è proclamare il lutto cittadino, poi ho chiesto all'assessore alla Sicurezza, Carmela Rozza, di incontrare le famiglie. Infine contatterò il prefetto perché credo che sia utile convocare un tavolo molto operativo per rafforzare i controlli preventivi". E in serata il prefetto Luciana Lamorgese, ha convocato per lunedì prossimo un tavolo di confronto tra gli enti interessati: parteciperanno il Comune di Milano, la Regione Lombardia, l'Assolombarda e le Associazioni di  Categoria, la Camera di Commercio, le organizzazioni sindacali, i vigili del fuoco, l'Ispettorato del lavoro, Ats Città di Milano e Inail. Nel pomeriggio Sala ha fatto visita agli operai rimasti feriti: prima è stato alla clinica Città studi dove sono ricoverati due degli operai rimasti feriti, poi all'ospedale San Raffaele dove è ricoverato in gravi condizioni Giancarlo Barbieri e dove ha parlato con la moglie e il figlio.

Il sindaco Sala fa visita agli operai feriti
Il sindaco Sala fa visita agli operai feriti

SCIOPERO OGGI E VENERDI' - La Rsu e Rls della Innse di Milano ha dichiarato per oggi pomeriggio un'ora di sciopero in solidarietà ai tre operai morti ieri in una fabbrica della città. "Tutti piangono e gridano che non sarebbe dovuto succedere. Poi tutto passato fino ai prossimi morti" si legge nell'appello a firma della Rsu e Rls della Innse. Lo sciopero dei lavoratori della Innse si svolgerà oggi dalle 15.45 alle 16.45. I sindacati dei metalmeccanici milanesi riuniti hanno proclamato invece due ore di sciopero per venerdì in modo che lavoratori e cittadini possano partecipare a una manifestazione che, alle 15.30, partirà da piazza San Babila e raggiungerà la prefettura per chiedere un incontro col prefetto Luciana Lamorgese.  Lo sciopero riguarderà per un'ora anche i lavoratori dell'intera regione e l'invito a partecipare alla manifestazione è esteso a tutti i  cittadini, anche se - chiedono i sindacati - "senza bandiere di partito" perché, dicono, "non vogliamo essere usati per la campagna elettorale".

 

 

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