Incendio al centro rifiuti di Milano: il rogo è doloso / FOTO e VIDEO

Ieri pomeriggio una nube bianca si sprigionava ancora dalla struttura mentre i vigili del fuoco presenti con cinque mezzi si davano da fare con le in operazioni di "smassamento" e spegnimento

L'incendio a Bruzzano (Ansa)

L'incendio a Bruzzano (Ansa)

Milano, 27 luglio 2017 - Aggressivo. Esteso in più punti. Di vastissime proporzioni. Anche se le cause non sono state ancora accertate prende sempre più corpo l’idea che l’incendio divampato lunedì sera nel centro di stoccaggio e trattamento rifiuti non pericolosi Carluccio Srl (ex EcoNova) al civico 55 di via Senigallia sia di matrice dolosa. Ieri pomeriggio una nube bianca si sprigionava ancora dalla struttura mentre i vigili del fuoco presenti con cinque mezzi si davano da fare con le in operazioni di «smassamento», eliminando le macerie, e spegnimento andate avanti fino a sera. L’ultimo focolaio è stato spento alle 19. Questo è il secondo rogo in quattro anni nel centro di via Senigallia. E mentre ieri le scie di fumo continuavano a invadere la zona circostante che racchiude un asilo, scuole e diverse abitazioni, tra cui un complesso di case popolari, proseguiva lo scaricabarile Comune-Regione.

«La prima autorizzazione rilasciata da Regione Lombardia nel 2001, cioè oltre 15 anni fa, vide il parere favorevole della Provincia di Milano e del settore Ambiente del Comune di Milano», ha sottolineato l’assessore all’Ambiente della Regione, Claudia Terzi, rispondendo all’assessore alla Mobilità e Ambiente del Comune di Milano, Marco Granelli, che su Facebook aveva scritto: «Preciso che l’impianto è sempre stato autorizzato da Regione, poi Provincia e poi Città metropolitana, con tutti i pareri positivi, tranne il parere negativo del Comune di Milano solo sull’aspetto della localizzazione, e cioè la vicinanza alle scuole e alle case, dal 2006 al 2016». Una vicenda su cui si è pronunciato lo stesso sindaco Sala a margine di un incontro in Città Metropolitana: «Tra Regione e Comune non è un problema di scarico di responsabilità ma di parlarsi ancora di più. L’impianto era a norma, bisogna solamente, anche in ottica futura, fare attenzione».

L’assessore Terzi ha anche spiegato che «nel 2001 l’impianto era ubicato in un’area ben poco urbanizzata. Solo successivamente è intervenuta l’urbanizzazione che ha portato alla situazione attuale e non è certo Regione Lombardia che decide dello sviluppo e della urbanizzazione dei Comuni». Ma ora l’obiettivo è agire in sinergia. «Come concordato con tutti gli enti – conclude Granelli – nei prossimi giorni riconvocherò il tavolo di coordinamento per avere le informazioni sui campioni di aria e per valutare come intervenire sul sito per metterlo in sicurezza e approfondire tutte le autorizzazioni. Sono certo che tutti insieme troveremo presto una soluzione per impedire che quanto è successo si ripeta».

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