Immigrazione, è duello nel Pd sulla modifica della Bossi-Fini

Majorino: sì ai flussi regolari. Minniti: no, troppi irregolari

Il ministro dell’Interno Marco Minniti, 61 anni, alla Festa dell’Unità

Il ministro dell’Interno Marco Minniti, 61 anni, alla Festa dell’Unità

Milano, 21 luglio 2017 - Duello sull’immigrazione nel Partito democratico. Ieri pomeriggio, nel dibattito su «Milano e Italia, sicure e accoglienti» alla Festa dell’Unità all’ex scalo Farini, si sono confrontate linee non proprio coincidenti su come affrontare l’emergenza degli sbarchi di migranti sul territorio italiano. Da una parte il ministro dell’Interno Marco Minniti e, pur con sfumature parzialmente diverse, l’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza, dall’altra l’assessore comunale alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, il promotore del corteo pro-migranti del 20 maggio.

Il primo ad affondare il colpo, dopo la premessa «dobbiamo ringraziare Minniti perché è un ministro che ci mette la faccia sull’immigrazione», è Majorino. L’assessore sottolinea: «Dalle parole si deve passare ai fatti, occorrono risposte efficaci. Serve un grande progetto per l’integrazione, che è colpevolmente mancato». Majorino, poi, incalza il ministro sull’approvazione della legge sullo ius soli e sulla modifica della legge Bossi-Fini: «Lo ius soli lo dobbiamo fare. Non accetto l’allungamento dei tempi nella logica del consenso. La legge Bossi-Fini, invece, ha creato una stortura: non c’è nessun canale per far sì che i migranti possano entrare legalmente in Italia. Risultato: fanno tutti, sbagliando, richiesta di asilo politico e poi molti di loro diventano persone senza fissa dimora. Bisogna avere il coraggio di affrontare il tema. Non si può dire solo che bisogna rimpatriare tutti gli illegali, perché sappiamo bene che ciò non può avvenire».

Quando la parola passa a Minniti, il numero uno del Viminale parte ricordando che «Diallo (l’aggressore del poliziotto in Stazione Centrale, ndr) in questo momento è su un volo, rimpatriato verso la Guinea Bissau» e poi replica agli affondi di Majorino. Sullo ius soli, il ministro non è distante dalla linea dell’assessore («lo ius soli non c’entra nulla con l’immigrazione illegale»). Sulla modifica della legge Bossi-Fini auspicata dall’assessore, invece, Minniti replica secco: «Abbiamo 25 navi che portano migranti sulle nostre coste, se oltre ai flussi illegali aprissimo ai flussi legali temo che qualcuno chiamerebbe il 118», cioè il pronto soccorso. E ancora: «L’accoglienza ha un limite nella capacità di integrazione. Il Pd deve tenere insieme il diritti chi è accolto e il diritto di chi accoglie». La Rozza, intanto, sottolinea: «Noi non possiamo parlare di accoglienza se non la colleghiamo alla sicurezza. Chi non rispetta le regole non lo dobbiamo lasciare in giro per la città. Con chi viene qui a delinquere non possiamo essere buonisti e tolleranti. La modifica della legge Bossi-Fini? Sì, ma con i centri per i rimpatri. Io divido la gente tra persone perbene e delinquenti. Coloro che delinquono li devo poter rimpatriare e far delinquere a casa loro».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro