Giordana: a Milano c’è ancora la voglia di stupire

Dopo anni di assenza Marco Tullio Giordana torna nella sua città natale per restarci a lungo e girare anche un film

Il regista Marco Tullio Giordana (Ansa)

Il regista Marco Tullio Giordana (Ansa)

Milano, 9 aprile 2017 - «Non pensiate che la criminalità organizzata sia un elemento cinematografico. È la malattia di uno Stato. Si è trasformata in un ideale attraente per poi infettare tutto. Tutto». Il regista Marco Tullio Giordana è tornato a Milano. Per viverci, per girarci un film e per presentare il suo ultimo lavoro: “Due soldati”.«Mi fa molto piacere avere presentato il film alla Statale perché io ho studiato qui. Sono stato molte volte in quest’aula magna, da giovane ricordo la sua moquette rosa, le bruciature di sigarette e le nuvole di fumo che sembrava fossero le stesse nebbie che c’erano fuori per la città. Milano è cambiata, nemmeno d’inverno c’è più la nebbia».

Come mai il suo film tv coprodotto da Rai Fiction è stato presentato in anteprima proprio alla Statale?

«Questo è stato il primo test per la pellicola ed è importante che avvenga nell’ultimo luogo di formazione rimasto per i giovani: la scuola, l’università».

Cosa descrive nella nuova pellicola?

« “Due soldati” parla delle guerre diverse che due ragazzi di Castel Volturno combattono: uno arruolato nell’esercito, l’altro nella scorta ai tir che trasportano droga».

Il filo comune è quello dei giovani... Cosa ne pensa dei ragazzi di oggi?

«La nostra prima preoccupazione da quando ci svegliamo fino al momento in cui ci addormentiamo dovrebbe essere “cosa dirò ai ragazzi, che consigli darò e, soprattutto, che esempio darò”. Ma ormai nel nostro Paese sembra che nessuno se ne preoccupi più, che nessuno si senta sotto gli occhi dei bambini che ci guardano. Tutti sono davanti a uno specchio e guardano sé stessi o i propri telefonini, e poi si fotografano per mandare le immagini ad altre persone le quali, a loro volta incollate al telefonino, neanche osservano quelle foto. La scuola, soprattutto nelle grandi città come Milano, è rimasta l’unico posto dove le persone si occupano dei ragazzi. L’opportunità di lasciarsi alle spalle certi ambienti è il senso sotteso alla pellicola».

Dove farà le altre anteprime?

«A Castel Volturno, proprio dove il film è ambientato. Perché oltre la Terra dei Fuochi, la criminalità, c’è anche qualcos’altro. Questo film è incentrato proprio su quel qualcos’altro».

Giordana, lei torna nella sua città natale dopo aver vissuto a Roma per lungo tempo.

«Sognavo di fare cinema e negli anni’70 non c’era alcuna possibilità di farlo a Milano. Per tanti anni non ne ho sentito la mancanza....».

Ma adesso lei è felice di esserci tornato?

«Quest’estate girerò un film ambientato a Milano e dintorni, guardo questa città con gli occhi della novità mentre prima la vedevo, e poco, con i soli occhi della nostalgia. Trovo Milano molto cambiata, in meglio».

Come mai?

«Qui non si ha quel sentimento di malinconia diffuso in tutta Italia, di degradazione, di perdita della volitività. Mi sembra che la città abbia ritrovato la voglia di stupire».

La sua seconda passione è l’agricoltura, vero?

«Sì, la adoro, e devo dire che la campagna lombarda è bellissima».

Insomma, una rinascita menghina....

«Per fortuna Milano piace molto anche a mia moglie, così non ho il problema di farle accettare questo mio desiderio di ritorno alle origini».

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