NoLo, debutta il primo FuoriSalone: design, performance e installazioni

Da via Padova a via Venini e il miraco della 'gentrificazione'

IRANIANI Asia Samimi e Nima Fardi

IRANIANI Asia Samimi e Nima Fardi

Milano, 19 marzo 2017 - NoLo si prepara ad un promettente Fuorisalone, perché la rigenerazione urbana passa anche attraverso il design. Via dei Transiti, via Padova, viale Monza, via delle Leghe, via Soperga e via Venini. Il quartiere più multietnico di Milano un tempo al bivio tra degrado e spiragli positivi ha iniziato un proficuo percorso di gentrificazione (trasformazione di un quartiere popolare in zona di pregio, ndr) che lo porterà dritto al miracolo. Per la prima volta gli spazi dei creativi e quelli degli architetti si legano in un network, un percorso che «nasce dal basso» e fa ritrovare l’anima del quartiere attraverso gli occhi del design. NoLo è utopia, è provocazione, e quindi spunto per riflessioni e cambiamenti. Così Asia Samimi e Nima Fardi, due designer iraniani, appena premiati con l’European product design awards, hanno scelto via Soperga, a pochi passi da quella piazzetta senza nome che sta diventando luogo di ritrovo abituale del social street di Daniele Dodaro, per «abitare» il loro spazio che ospiterà una installazione durante il Fuorisalone. Un percorso creativo, una performance che si basa sulla esperienza del tatto. «L’obiettivo – dice Asia – è quello di osservare in che maniera il visitatore e il performer comunicano non avendo contatto visivo e riflettere sul modo in cui il visitatore agisce, reagisce, interagisce e comunica il senso della vista».

«Quello che vediamo – aggiunge – è sempre una realtà personale, unica, magistralmente costruita da noi». Profonda via Padova, via dei Transiti, il T12Lab ha solo una assonanza con la T48, storica casa occupata che ha ancora i tazebao e il simbolo falce e martello a simboleggiare il quartiere proletario, dove anni fa nasceva anche radio Popolare. Il T12Lab è un laboratorio permanente che parla il linguaggio del design sociale. Elisabetta Bianchessi, paesaggista e architetto, Luca Callegari, architetto, e Dominique Signoroni Kuroyanagi, editore, hanno messo insieme idee e passioni per realizzare progetti di design sociale. Come Spazio Beirut, sotto la chiesa di San Gabriele Arcangelo in Mater Dei, progettata dai fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni nel 1959, un luogo d’ispirazione, di stimolo per la creatività, dove raccogliere e manipolare materiali di scarto, resti della produzione industriale, da cui sviluppare progetti di design e idee che coinvolgano differenti etnie, territori, culture, producendo «nuove ecologie urbane».

«Noi aiutiamo a dialogare con il progetti e con la manualità persone di Paesi diversi, ragazzi, profughi che arrivano a Milano», dice Dominique. Per il Fuorisalone hanno pensato a un progetto che studi le nuove abitudini e i nuovi linguaggi a tavola, e un banco mobile per raccogliere le storie dei visitatori del Mercato di viale Monza. Proprio qui, nella struttura del Mercato Comunale a giugno verrà presentato il secondo progetto di recupero del quartiere pensato dagli studenti del Politecnico. Poco più in là, sempre a una manciata di metri da via Padova, in via Cecilio Stazio, c’è la Salumeria del design, quattro giovani, stesse idee sul futuro che si coniuga con il linguaggio delle creatività. E la Drogheria creativa di Luigi Durante. «La nostra attività nasce dal basso – dice ancora Daniele Dodaro – e il nostro approccio al design è molto radical pop. Vogliamo raccontare NoLo con gli occhi dei creativi attraverso una serie di esposizioni, ma noi qui abitiamo, viviamo e siamo attivi tutto l’anno».

Info: Fuorisalone NoLo 4-9aprile

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