Studentessa morta a 24 anni: l’ha uccisa la meningite

Iscritta a Chimica, scatta la profilassi alla Statale

Flavia Roncalli

Flavia Roncalli

Milano, 1 dicembre 2016 - Era menigite, alla fine. Un meningococco ha portato via la vita a una ragazza di 24 anni, originaria di Napoli, studentessa alla Statale. Flavia Roncalli, morta martedì mattina al Niguarda solo un paio d’ore dopo essere arrivata con i banalissimi sintomi dell’influenza di stagione, era una studentessa di Chimica. Frequentava lo stesso dipartimento, lo stesso laboratorio di Alessandra Covezzi, la dottoranda ferrarese stroncata a fine luglio da una sepsi da meningococco C, a 24 anni, la stessa età. Niente più di una coincidenza tragica, al momento.

Non sembrava meningite, quella di Flavia. Fin dai sintomi con i quali si è presentata al pronto soccorso del Niguarda martedì, accettata alle sette di mattina in codice verde con una gastroenterite simile a quella che in questi giorni mette a letto decine di milanesi. Due ore dopo era morta: un decorso rapidissimo, ma neanche gli esami sul liquor avevano svelato subito l’infezione. Al Niguarda, sollecitati anche dall’Ats Metropolitana, hanno approfondito e alla fine, ieri pomeriggio, un’analisi molecolare ha beccato il batterio. Meningococco, di che tipo non si sapeva ancora ieri sera. La Statale è stata avvisata in serata e a sua volta avrebbe già preso contatto con gli organismi competenti per offrire la propria piena disponibilità per consentire l’immediato avvio del protocollo di profilassi previsto in questi casi. La profilassi, in carico alla Ats, riguarderà già da domani mattina (oggi, ndr) gli ambienti anche all’interno dell’ateneo abitualmente frequentati dalla studentessa. Il dipartimento di via Golgi, dunque, dove quest’estate, dopo la morte di Alessandra, erano finite sotto profilassi una sessantina di persone, rintracciate anche in vacanza. E il lavoro dell’Ats, che con tutto l’aiuto della Statale sguinzaglierà i tecnici alla ricerca dei «contatti stretti» di Flavia fin da stamattina, sarà anche cercare di contenere un panico umanamente comprensibile anche se non scientificamente fondato, per il momento almeno. Perché quattro mesi sono tanti, troppi per ipotizzare un contagio che avviene, se e quando avviene, non oltre un periodo di dieci giorni. «Con le informazioni che abbiamo, e un intervallo simile tra i due casi, si può ipotizzare soltanto una tragica casualità», chiarisce Giorgio Ciconali, direttore dell’Igiene e sanità pubblica dell’Ats a Milano. Il che non significa, ovviamente, che Corso Italia non farà tutti gli approfondimenti possibili per confrontare i sierotipi dei batteri di Flavia e di Alessandra. Che hanno ucciso due ragazze in piena salute, venute a Milano per studiare, a 24 anni. E per uno choc del genere non c’è medicina.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro