Terrorismo: "Da sorella di Fatima propaganda per l'Isis"

Le motivazioni della condanna a 5 anni e 4 mesi per Marianna Sergio: "Divenne punto di riferimento del proselitismo dello Stato Islamico"

Maria Giulia Sergio alias Fatima sul suo profilo Fb

Maria Giulia Sergio alias Fatima sul suo profilo Fb

Milano, 13 maggio 2016 - Parla di "straordinaria qualita' del proselitismo" il gup di Milano Donatella Banci Buonamici nelle motivazioni alla sentenza con cui il 23 febbraio ha condannato, tra gli altri, a 5 anni e 4 mesi Marianna Sergio, la sorella della prima foreign fighter italiana finita a giudizio, Maria Giulia 'Fatima' Sergio, partita da Inzago (Milano) per andare a combattere in Siria per la causa dell'Isis. "Nel procedimento - sottolinea il magistrato - e' emersa con assoluta evidenza la straordinaria qualita' del proselitismo, basata sul puntuale adempimento degli obblighi religiosi scaturenti dall'interpretazione del Corano". Questo aspetto per cui "ogni persona che raggiunge lo Stato Islamico compie a sua volta attivita' di proselitismo volto a convincere gli altri a raggiungere lo Stato Islamico, "emerge con assoluta evidenza nelle conversazioni di Maria Giulia, che saranno poi fatte proprie dalla sorella Marianna, la quale, alla partenza di Maria Giulia diventera'  un punto di riferimento dell'attivita' di proselitismo rivolta ad altre donne". Oltre alla condanna a 5 anni e 4 mesi, come chiesto dall'accusa, per Marianna Sergio, accusata di associazione con finalita'  di terrorismo internazionale, il gup nel processo abbreviato ha condannato anche Arta Kakabuni e Baki Coku, zii di Aldo Kobuzi, marito di Fatima, rispettivamente a 3 anni e 8 mesi e a 2 anni e 8 mesi. Condannata anche Lubjana Gjecaj a 3 anni, mentre è stato assolto per non aver commesso il fatto il marito Dritan Gjecaj, per il quale i pm avevano chiesto 2 anni e 4 mesi. Maria Giulia Sergio e' invece a processo col rito ordinario.

L'atttivita' di proselitismo, scrive il giudice, viene svolta in modo particolare da Marianna Sergio dopo la partenza della sorella 'Fatima' sia nei confronti dei genitori sia verso altre donne. "Numerose - si legge nelle motivazioni - sono le telefonate nelle quali Marianna svolge propaganda in favore dell'Isis; soprattutto dopo la partenza della sorella, svolge una pressante e costante attivita' di indottrinamento nei confronti di numerose donne, in particolare Rudina, Dunia e Lubiana, invitandole pressantemente ad aderire ai precetti dello Stato Islamico. E' quindi evidente il contributo che ha dato all'associazione terroristica Isis". Per il gup "e' evidente che l'intero nucleo familiare ha maturato la decisione di partire per la Siria, con il contributo determinante di Marianna Sergio, la quale, con la sorella Maria Giulia, ha esercitato una fortissima pressione psicologica sui genitori Sergio e Assunta, determinandoli alla partenza ed ha, con il padre Sergio, contribuito a organizzare il viaggio".

"La nuova sfida del Califfato impone di anticipare la sanzione alle condotte di chi voglia andare, i cosiddetti foreign fighters, nei teatri di guerra anche per il rischio che torni sul territorio nazionale radicalizzato e addestrato". Così il gup di Milano Donatella Banci Buonamici, nelle motivazioni delle condanne a carico di Marianna Sergio e altre persone per terrorismo internazionale, parla "degli interventi legislativi che hanno apportato sostanziali modifiche" dettate "dalla necessità di affrontare in maniera specifica l'allarme creato dai fatti più recenti di terrorismo islamico". Il gup fa riferimento alle modifiche introdotte già dopo gli attentati di Londra nel 2005 e anche dopo quelli di Parigi dei mesi scorsi. "Il quadro normativo introdotto dal 2005 - scrive il gup - mostra quindi una progressiva tendenza del legislatore ad anticipare la soglia di rilevanza penale, anticipandola non più solo al momento in cui si 'attenta' ma anche alle condotte preparatorie".

Il giudice chiarisce, infatti, che con «una nuova disposizione», l'articolo 270 quater del codice penale, è stato punito anche "l'auto-arruolamento", ossia si sanzionano "non più solo i soggetti che abbiano acquisito capacità tecniche per finalità terroristiche - l'addestrato - ma anche il semplice arruolarsi; e ciò, in specie, da parte di soggetti, italiani o stranieri che siano, presenti sul territorio nazionale prevalentemente a mezzo della rete internet ed in accordo con soggetti esteri". Un scelta presa per "il pericolo che gli stessi, pur se ancora privi di accresciute capacità terroristiche, siano disponibili ad essere addestrati in campi paramilitari all'estero e possano un giorno tornare e compiere attentati in Italia".

E nel caso specifico di Marianna Sergio (sorella della foreign fighter Maria Giulia) e degli altri condannati per terrorismo internazionale (articolo 270 bis codice penale) non può "rilevare la circostanza" che "pronti a partire 'per fare jihad' (come aveva fatto in precedenza Maria Giulia Sergio con il marito Kobuzi Aldo) non siano in realtà partiti". Si tratta, infatti, di un "reato di pericolo, per la cui integrazione è richiesta l'esistenza di un'associazione avente un programma di atti di violenza con finalità di terrorismo, con struttura idonea al compimento di una serie di reati per la cui realizzazione l'associazione è istituita, senza tuttavia che l'atto di violenza sia realizzato o che qualcuno degli affiliati abbia dato inizio all'esecuzione del programma, per esempio partendo per i territori di guerra". E non c'è dubbio per il giudice che gli imputati abbiano mostrato una "totale radicalizzazione" in "obbedienza alla chiamata al jihad". Dall'ascolto delle conversazioni "è emersa la piena consapevolezza e la piena totale volontà degli imputati del coinvolgimento in una scelta di vita indirizzata alla condivisione ed al perseguimento della peculiare finalità di terrorismo che connota l'attività dell'organizzazione".

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