Ecco la sanità che non taglia: farmacie, il 40% è nei paesi

La mappa dei “rurali”. E i servizi aumentano

Una farmacista in un'immagine di repertorio (Germogli)

Una farmacista in un'immagine di repertorio (Germogli)

Milano, 25 marzo 2017 - La mappa delle farmacie in Lombardia supera 2.700 croci verdi tra pubbliche (470) e private (2.238). Il 40% - un migliaio circa - lampeggia nei piccoli Comuni. È l’esercito delle farmacie rurali. Così vengono chiamati dal sistema sanitario i presidi nei centri sotto i 5mila abitanti. E - a sorpresa, nell’era dove la parola in voga è “accentrare” quando si parla di servizi - più calano i residenti, più la farmacia resiste anche in una regione densamente popolata come la Lombardia. Sulla mappa, nei Comuni con meno di 3mila residenti, si visualizzano 633 croci verdi private e 38 pubbliche. La sanità le identifica come farmacie rurali sussidiate, che in virtù della posizione economicamente sfavorevole - e talvolta geograficamente - beneficiano di un aiuto dallo Stato.

«La farmacia è l’unico presidio rimasto diffuso sul territorio», dichiara Clara Mottinelli, presidente Sunifar Lombardia, il sindacato unitario dei farmacisti rurali parte di Federfarma. «La capillarità è il punto di forza: in un’epoca in cui i Comuni devono convivere con tagli ai fondi, possiamo essere un partner importante degli enti locali. La nuova riforma regionale pubblicata il 3 marzo che concretizza “la farmacia dei servizi” dà ancora più valore al nostro operato».

La vocazione rurale della Lombardia sarà al centro del convegno in programma stamattina a Milano, in via Rovello - “Comuni e Farmacie. La Farmacia: un servizio essenziale per i cittadini” organizzato da Federfarma Lombardia, Federsanità, Anci e Anci Lombardia - dedicato alle sfide del settore e alle possibili collaborazioni tra enti locali e farmacie, soprattutto nei Comuni più piccoli. Nella maggior parte delle province, i presidi rurali superano quelli urbani. «Ci sono casi come Sondrio e Cremona dove la percentuale arriva all’85 e al 74%», conferma Alfredo Orlandi, presidente Sunifar nazionale. «Al di là dei numeri, non bisogna dimenticare come nei piccoli paesi rimane la popolazione più “debole”: donne, bambini, anziani, il target che fa maggiormente ricorso alle farmacie perché i grandi ospedali sono lontani e mancano poliambulatori e specialisti. Qui la “farmacia dei servizi” è una realtà in voga da sempre: portare il farmaco a casa di un anziano e aiutarlo in qualunque modo è questione di cortesia e professionalità».

Trasformare la farmacia in un punto di assistenza per un malato cronico e la telemedicina sono le prossime frontiere che i presidi rurali sono pronti a esplorare. «Del resto - sottolinea la presidente lombarda - la nuova legge regionale prevede che la cura dei pazienti cronici non sia più materia esclusiva dell’ospedale, ma sul territorio, a casa dell’utente. Diventare centri polifunzionali e punto di telemedicina è una richiesta dei territori più lontani dai servizi. Inoltre la farmacia rurale potrebbe diventare un punto di primo soccorso per medicazioni, iniezioni e centro di distribuzione anche dei farmaci ospedalieri».

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