Fabrizio Corona, il Riesame: "Deve restare in carcere"

Stando a quanto riferito dal suo legale, l'ex fotografo dei vip è "abbattuto e preoccupato" e non riesce "a capire l'accusa" di intestazione fittizia di beni

Fabrizio Corona (Ansa)

Fabrizio Corona (Ansa)

Milano, 31 ottobre 2016 - Fabrizio Corona deve rimanere in carcere. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Milano che ha respinto l'istanza di scarcerazione della difesa dell'ex fotografo dei vip, che aveva già cercato, senza esito, di ottenere la revoca dell'ordinanza cautelare dal gip.  Venerdì scorso, invece, dopo l'udienza davanti al riesame che si è tenuta giovedì, i giudici hanno concesso gli arresti domiciliari a Francesca Persi, collaboratrice di Corona e presunta prestanome. A casa della donna, infatti, sono stati trovati gli oltre 1,7 milioni di euro in contanti nascosti in un controsoffitto e sarebbe stata sempre lei a portare altri contanti in Austria.

Stando a quanto riferito dal suo legale, Ivano Chiesa, Corona è "abbattuto e preoccupato" e non riesce "a capire l'accusa" di intestazione fittizia di beni. Il legale, che ha annunciato che presenterà ricorso in Cassazione contro la decisione del Riesame, si è detto "sconcertato dal fatto di avere appreso la notizia del rigetto dell'istanza dalla stampa, prima che dalle vie ufficiali»" E ha ribadito: "Non posso che prendere atto di questo atteggiamento di forza della giustizia nei confronti di Corona". Secondo Chiesa, l'ex paparazzo "non è il pericolo pubblico numero uno per l'Italia", ma quando "si parla di Corona la giustizia mostra sempre i muscoli".

Corona, sia nell'interrogatorio che davanti al riesame, si è difeso spiegando di non esser un criminale e che su cui soldi, in 'nero' delle serate nei locali, sarebbe stato ancora in tempo per pagare le tasse. E' accusato di intestazione fittizia di beni mentre era in affidamento in prova ai servizi sociali. "Non sono un criminale, sono un lavoratore forsennato e non ho mai percepito un euro in modo illecito. L'unica persona a cui chiedo scusa è il magistrato di sorveglianza Giovanna Di Rosa a cui ho mancato di rispetto", aveva detto Corona, difeso dal legale Ivano Chiesa (l'avvocato Antonella Calcaterra lo rappresenta davanti al Tribunale di Sorveglianza), nell'udienza del Riesame, dopo che già il 18 ottobre scorso il gip Paolo Guidi aveva respinto la richiesta di revoca dell'ordinanza eseguita il 10 ottobre scorso. 

Nel frattempo, nei giorni scorsi, l'avvocato Federico Cecconi, legale di Silvio Berlusconi, assieme a Franco Coppi, nel procedimento cosiddetto 'Ruby ter' e che era entrato nel collegio difensivo dell'ex 're dei paparazzì, ha deciso di rinunciare al mandato (l'avvocato Chiesa è stato affiancato da un altro legale). Nel procedimento con al centro l'accusa di corruzione in atti giudiziari a carico dell'ex premier e di altri, tra l'altro, Corona era anche stato sentito come testimone in fase di indagini e gli era stato chiesto conto di alcune sue dichiarazioni, rese nel 2010 in una pausa di udienza del processo d'appello sui cosiddetti fotoricatti, sull'esistenza di foto e video 'comprometteni' delle feste ad Arcore. L'ex fotografo dei vip, tuttavia, davanti ai pm aveva ridimensionato quelle sue frasi e aveva parlato soltanto di voci insistenti negli ambienti da lui frequentati.

Per il Riesame, che oggi ha confermato in sostanza l'accusa formulata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal pm Paolo Storari (le motivazioni del provvedimento saranno rese note tra 45 giorni), Corona deve restare in carcere perché non sono ancora venute meno le esigenze cautelari contestate e, in particolare, i pericoli di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio. Già per il gip, tra l'altro, non era verosimile la versione dell'ex agente fotografico sui "pagamenti in nero" per un totale di circa 3 milioni di euro in contanti in meno di un anno, ma bisogna indagare ancora sull'origine di quei soldi.

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