Expo, rebus da 147 milioni. E il ministero chiede lumi

Giuseppe Sala si giocherà le primarie del centrosinistra, in programma il 6 e 7 febbraio, con la carica di amministratore delegato di Expo Spa ancora in tasca di GIAMBATTISTA ANASTASIO

L'albero della vita di Expo 2015

L'albero della vita di Expo 2015

Milano, 30 gennaio 2016 - Giuseppe Sala si giocherà le primarie del centrosinistra, in programma il 6 e 7 febbraio, con la carica di amministratore delegato di Expo Spa ancora in tasca. È questa la conseguenza più tangibile del congelamento dell’assemblea dei soci della Spa che ha organizzato e gestito il grande evento del 2015. L’assemblea si è regolarmente aperta alle 14.30 di ieri senza però chiudersi. Aperta resterà fino al 9 febbraio: fino a quel momento Sala resterà in carica, poi sarà con ogni probabilità sostituito da Alberto Grando, prorettore dell’Università Bocconi.

Dietro a questa scelta ci sono questioni grandi milioni di euro ed equilibri politici tutti da trovare. Con ordine, allora. Il congelamento dell’assise è stato di fatto chiesto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il motivo? Da Roma vogliono vederci chiaro sui conti ancora tutti da regolare tra Expo Spa ed Arexpo, la società proprietaria dei terreni dove si è svolta la manifestazione. La prima società può contare sulla partecipazione del Governo, la seconda non ancora: Palazzo Chigi provvederà ad entrarvi entro il 18 febbraio, data dell’assemblea dei soci, attraverso un aumento di capitale. Ed è questo il punto: Expo ritiene di dover ricevere da Arexpo 75 milioni di euro come contributo per l’infrastrutturazione del sito e 72 milioni di euro per lo smaltimento delle terre di riporto. Il Governo, dal momento in cui deve entrare in Arexpo, su queste cifre vuole vederci chiaro. Soprattutto perché il presidente dimissionario di Arexpo, Luciano Pilotti, ha sempre fatto sapere che la “sua” Spa non è debitrice di tutti quei soldi. E per due motivi: i costi di infrastrutturazione sono inferiori a 75 milioni perché si è costruito meno del previsto, mentre le terre di riporto sono il frutto degli scavi per i padiglioni. Il tema si complica perché Expo Spa è società in liquidazione.

Ma a Governo ed enti locali pare sempre più opportuna la soluzione della fusione tra le due società, caldeggiata da Sala. Come regolare i conti? «Abbiamo al lavoro i tre adivsor di Cassa Depositi Prestiti – fa sapere il ministro Maurizio Martina –, il ministero ha chiesto qualche giorno per capire come procedere all’allineamento di tutte le questioni ancora aperto: non c’è alcun problema». Non solo milioni, dicevamo. Come dovrà essere organizzata la società eventualmente formata tramite nozze Expo Spa-Arexpo Spa? Questione di equilibri politici: nelle prossime settimane ci sarà un incontro tra il sindaco Giuliano Pisapia, il governatore Roberto Maroni e il premier Matteo Renzi. Per ora si stanno parlando i tecnici. Non ultimo, infine, il problema del fast Expo ed in particolare l’organizzazione dell’Esposizione Internazionale da parte della Triennale: il tempo stringe e all’appello mancano ancora parecchie gare, contratti e autorizzazioni.

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