Expo, Maltauro chiude il dossier extracosti: stop definitivo alla via d’acqua sud

L’ad del gruppo vicentino: «Faremo un atto tombale. E niente dopo-Expo». Negati i 10 milioni reclamati come spese aggiuntive di cantiere

I lavori per le vie d’acqua si sono chiusi nei mesi scorsi

I lavori per le vie d’acqua si sono chiusi nei mesi scorsi

Milano, 28 ottobre 2015 - L’accordo è cosa fatta. Tempo una settimana e, se non ci saranno intoppi, Expo spa e il gruppo Maltauro chiuderanno la partita sugli extracosti dei cantieri della via d’acqua sud e delle aree di servizio sul sito. Gli organizzatori staccheranno un assegno sotto i dieci milioni di euro per il primo appalto, rispetto ai 13 iniziali, e intorno ai 60 milioni per il secondo, a dispetto di quanto reclamava l’azienda, ossia di aggiungere altri 10 milioni di euro per coprire le spese aggiuntive. «Il 6 novembre abbiamo un appuntamento per coordinarci sulla chiusura», spiega l’amministratore delegato dall’impresa vicentina, Alberto Liberatori. Il dossier Maltauro è uno dei più delicati tra i quattro sui costi lievitati delle infrastrutture dell’Esposizione universale (con Palazzo Italia, piastra e rimozione delle interferenze), perché l’anno scorso le due opere erano state commissariate a causa del coinvolgimento dell’ex numero uno del gruppo, Enrico Maltauro, nello scandalo sugli appalti del grande evento. Un secondo capitolo destinato a chiudersi, poiché «non abbiamo fatto utili, visto che abbiamo lavorato sotto i costi – osserva l’ad – e quindi non ci sono ricavi da congelare».

Anche il destino della via d’acqua sud pare ormai segnato. «Il cantiere è finito lì», puntualizza Liberatori, riferendosi alla sola tratta che scarica l’acqua in uscita da Expo dentro all’Olona. Di collegarla ai Navigli, quindi, non si discute. «Gli altri lavori per 30 milioni di euro (nel complesso l’opera ne sarebbe costata 43, ndr) non si faranno più – incalza l’ad –. Si farà un atto tombale per il cantiere». Nelle scorse settimane Maltauro ha sgomberato il cantiere nel quartiere Gallaratese di Milano. Tuttavia i comitati No Canal, che si erano opposti allo scavo del canale attraverso i parchi dell’area ovest, non depongono le armi: l’obiettivo ora è ottenere dal Comune di Milano la bonifica del terreno inquinato in via Quarenghi, dove sarebbe dovuta scorrere la via d’acqua sud. «Nei prossimi giorni segnaleremo ai cittadini che il prato è avvelenato. In molti ci passeggiano o portano i cani», spiegano i No Canal.

Al netto della partita in perdita di Expo, Maltauro chiude i primi sei mesi del 2015 con ricavi in crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per 276,3 milioni di euro, un utile di 13,9 milioni e la conferma di poter raggiungere entro la fine dell’anno un fatturato di circa mezzo miliardo di euro. In Italia il gruppo è nei cantieri dell’alta velocità ferroviaria, nel tratto Treviglio-Brescia, e della Pedemontana lombarda, anche se l’indirizzo del quartier generale di Vicenza è di spostare il baricentro del portafoglio ordini all’estero, che già conta 46 milioni di euro per un ospedale a Muscat, in Oman, mentre dalla Romania si attende il semaforo verde a 100 milioni di euro di lavori stradali. A Milano, nel frattempo, scatta la corsa ai cantieri del dopo Expo. Maltauro, però, resta alla finestra. «L’esperienza Expo non è stata un bel periodo – osserva Liberatori –. Tuttavia non posso escludere nulla».

luca.zorloni@ilgiorno.net

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