Lo stile del “made in Milano” alla conquista di Dubai 2020

Milanesi a caccia di nuove opportunità lavorative nella terra di Expo 2020

MISSIONE Simone Facchinetti  con l’ambasciatore italiano  negli Emirati Arabi  Uniti Liborio Stellino

MISSIONE Simone Facchinetti con l’ambasciatore italiano negli Emirati Arabi Uniti Liborio Stellino

Milano, 18 agosto 2017 - Milanesi a caccia di nuove opportunità lavorative nella terra di Expo 2020 e sempre più aziende emiratine che in occasione dei Saloni – Mobile in primis – e settimane della moda fanno scouting in città. Il viaggio Milano-Dubai, andata e ritorno, ruota su tre settori chiave: moda, arredamento e design, e cibo. «Tutto si sta implementando e sta raddoppiando in vista di Expo Dubai 2020, anche gli incontri one-to-one fra aziende milanesi ed emiratine per capire come distribuire prodotti, inserirsi nel mercato o aprire filiali sul posto», conferma Simone Facchinetti, avvocato milanese e Italian Representative della Camera di Commercio italiana negli Emirati Arabi Uniti.

Sono già una quarantina le aziende di Milano che hanno mosso i primi passi, specializzate in particolare in gastronomia, edilizia, servizi di consulenza, arredamento, fashion e oggetti di design; duecento gli imprenditori e i professionisti che hanno partecipato a un convegno a tema a luglio.Sotto la lente non c’è solo l’esibizione in sé, che andrà in scena da ottobre 2020 ad aprile 2021, ma il potenziamento delle infrastrutture. Tema per la prima Esposizione Universale nell’area della Menasa (Middle East, North Africa e South Asia) è «Connecting minds, creating the future» e i macrotemi sono mobilità, opportunità, sostenibilità. Sorgerà su un’area di 438 ettari e sono attesi 25 milioni di visitatori, fra cui 17 milioni stranieri. «Vi sono importanti progetti, dal food al fashion, dalle energie sostenibili alle nuove tecnologie, dall’alberghiero al medicale, dall’immobiliare ai trasporti», ribadisce l’esperto, sfogliando i principali: dalla Masdar City, la città «a emissioni zero» che si alimenta a energia solare e che sarà realizzata insieme al MIT di Boston, al raddoppiamento dell’offerta alberghiera (oltre 160.000 camere).

In cantiere l’Aladdin City, complesso di centri commerciali, hotel e abitazioni adagiato sull’acqua e ispirato alle favole di Aladino e Sinbad, la Torre Calatrava che raggiungerà quasi mille metri, e la Città della salute, senza dimenticare il treno Hyperloop a levitazione magnetica che raggiungerà Abu Dhabi da Dubai in 12 minuti e il Maktoum Airport, il più grande al mondo, già parzialmente aperto.«C'è una finestra di un anno e mezzo per inserirsi nell’indotto della Expo 2020 – continua Facchinetti –. Sconsigliato il fai-da-te, bisogna conoscere il mercato e le sue norme. Le imprese emiratine sono particolarmente attratte dal gusto italiano e dalla creatività ma stanno attente ai prezzi. C’è una competitività altissima, il made in Italy e il made in Milano in particolare è apprezzatissimo, ma non basta». E «non c’è soltanto Expo – continua l’avvocato –, Sheikh Mohammed bin Rashid Al Maktoum, vice presidente degli EAU e primo ministro di Dubai, ha già da tempo esposto la sua Vision di Dubai nel 2021, e c’è tutto un programma legato ad Area 2071, quando ricorrerà il centenario degli Emirati».

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