Ricca ereditiera sola e malata derubata dal premuroso medico

Milano, lasciata morire in casa. Il dottore, la moglie e un direttore di banca le hanno svuotato i conti. Tutti rinviati a giudizio

Il sopralluogo nella casa dell’ereditiera da parte dei carabinieri

Il sopralluogo nella casa dell’ereditiera da parte dei carabinieri

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Milano  - Rinviati a giudizio con l’accusa di circonvenzione di incapace, furto aggravato, utilizzo indebito di carta di credito, e anche lesioni personali i due medici milanesi Paolo Quirino P. e la moglie Lucia I. protagonisti di una vicenda umana feroce ai danni di una anziana ricchissima, Alessandra M. che loro avrebbero dovuto assistere, lasciandola invece morire sola e depredandola di tutti i suoi averi. Per la stessa vicenda ieri ha patteggiato un anno anche Evghenii O., il portinaio di origini moldave custode dello stabile milanese in cui abitava l’anziana, in centro a Milano, che agevolava le condotte dei due medici. Il raggiro di Alessandra M. da parte della coppia di medici di cui l’anziana si fidava, inizia qualche anno fa.

Il notevole patrimonio di cui la signora disponeva era frutto della relazione sentimentale che da segretaria aveva intrecciato per anni con il suo capo, sposato ma sempre molto generoso con lei, noto imprenditore con un patrimonio di qualche decina di milioni, presidente di una catena di punti di ristoro stradali. Quando lei era andata in pensione, lui le aveva versato quasi due milioni di liquidazione per consentirle una vita agiata. Quando era scomparso, in età avanzata, togliendosi la vita, Alessandra era di fatto rimasta sola. Si era gravemente ammalata di tumore e secondo la Procura proprio in quel momento, quando lei era più fragile, era partito il diabolico piano dei due medici in accordo con il direttore di banca della filiale in cui la donna aveva il conto e con il portinaio dello stabile che, complice, non faceva entrare più nessuno nell’appartamento, tranne i due medici.

La donna, per le conseguenze del cancro, era diventata cieca, non parlava e non aveva possibilità di chiedere aiuto. A quel punto i medici avevano cominciato a renderla sempre meno lucida somministrandole pesanti dosi di “psicofarmaci“ e avevano iniziato a svuotarle il conto. Le carte bancarie mostrano un elenco di bonifici a favore del dottore e della moglie: una decina in due anni per un totale di oltre 800 mila euro. Infine, i due testamenti firmati (chissà come) con i quali la donna revocava un lascito da 500mila euro alla Lega del filo d’oro, per nominare suo erede universale il premuroso medico.

Dalla casa sarebbero poi stati sottratti gioielli, diversi Cartier, pellicce, quadri e mobili d’antiquariato. Quando i carabinieri sono entrati in casa, su denuncia della ex donna di servizio che era stata licenziata in tronco senza motivo dal medico, si sono trovati di fronte la povera signora Alessandra lasciata in un letto sola e agonizzante, (sarebbe morta di di lì a pochi giorni) la casa senza più mobili, né quadri, la cassaforte aperta e senza più il contenuto dei contanti. "Sciacalli, mai visto una cosa simile", ha detto la pm che si è occupata del caso.  

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