Ema, un trucco da 60 milioni

Il Comune accusa Amsterdam: "L’affitto è cresciuto del 34%: ma l’Olanda ha fatto dietrofront dopo il nostro ricorso alla Ue"

Lo Spark building di Amsterdam

Lo Spark building di Amsterdam

Milano, 23 febbraio 2018 - Non solo i tempi, ma i costi. Nel giorno del sopralluogo di una delegazione del Parlamento europeo alle sedi temporanea e definitiva di Amsterdam dove l’Agenzia europea del farmaco (in inglese: European Medicines Agency, cioè Ema) dovrebbe trasferirsi da Londra per effetto della Brexit entro il marzo del 2019, il sindaco Giuseppe Sala torna ad accusare il Governo olandese di aver truccato le carte pur di ottenere la sede dell’Ema lo scorso 20 novembre, dopo un duello con Milano concluso da un sorteggio favorevole agli olandesi: «La partita è aperta e io rilancio: io sospetto, e in generale ci becco, che il problema non sia solo di tempi e spazi delle sedi di Amsterdam, ma delle condizioni economiche che pare gli olandesi stiano cambiando, cioè il prezzo dell’affitto che verrà fatto pagare: mi sembra che su questo ci sia un po’ di tensione».

Il Comune ha raccolto alcune informazioni e sostiene che l’Olanda, dopo l’aggiudicazione dell’Ema, abbia fatto sapere all’Unione europea che il costo per l’affitto della sede dell’Agenzia sarebbe cresciuto del 34 per cento rispetto alle cifre del dossier di candidatura: in pratica 60 milioni di euro in più da spalmare in 20 anni. Un costo aggiuntivo che però, dopo i ricorsi dell’Italia e di Milano alla Corte di giustizia europea contro l’assegnazione dell’Ema ad Amsterdam, il Governo olandese ha assicurato alla Ue che saranno coperti dalla stessa Olanda. Una contromossa per evitare che l’Italia e Milano abbiano un’altra freccia nell’arco delle loro denunce contro l’assegnazione dell’Ema ad Amsterdam.

Un dietrofront commentato così, informalmente, da Palazzo Marino: «Le azioni legali di Milano sul caso Ema come minimo faranno risparmiare alla Ue 60 milioni di euro». Una soddisfazione, seppur parziale, per Milano, che punta ancora a strappare l’Ema ad Amsterdam. L’impresa, però, non è per nulla facile. Il sopralluogo della delegazione dell’Europarlamento prima a Palazzo Spark (la sede temporanea che necessità di interventi di riqualificazione) e nell’area del Vivaldi Building (per ora solo un cantiere ancora da avviare) ha evidenziato alcune criticità, ma non ancora così gravi da comportare l’addio dell’Ema all’Olanda. «La sede temporanea è un buon edificio, che non ha bisogno di un eccessivo lavoro per essere pronto, ma il nostro problema è sui ritardi nella costruzione del Vivaldi, la sede definitiva», sottolinea Giovanni La Via (Ppe), presidente della delegazione del Parlamento europeo. Intanto il vicepremier olandese Hugo De Jonge, che ha accolto la delegazione Ue, assicura: «Rispetteremo i tempi e assicureremo l’operatività dell’Ema. Yes we can». Il premier Paolo Gentiloni, infine, invita le forze politiche italiane al «gioco di squadra, basta battute elettorali su Ema». Ma né l’uno né le altre potrebbero bastare per strappare l’Ema all’Olanda.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro