Ema, Moavero: "Mai stati entusiasti di queste regole ma usciamo dalla sfida a testa alta"

Moavero: ci ha votato metà Ue, ora manteniamo questa compattezza

Ema, la spunta Amsterdam: delusione a Milano (Newpress)

Ema, la spunta Amsterdam: delusione a Milano (Newpress)

Milano, 21 novembre 2017 - Enzo Moavero, delegato del Governo per la missione Ema, non è paradossale che dopo tutti questi mesi di lavoro tra dossier, diplomazie e geopolitica, sia stato un sorteggio a decidere?

«Lascia tanta amarezza il fatto che si sia verificata proprio l’eventualità che tutti ritenevamo improbabile, quella più residuale. L’Italia non è mai stata entusiasta di questo regolamento: a giugno 2016, nella fase di approvazione, da parte del Consiglio Europeo, delle linee guida sulle modalità di voto per l’Ema, ci battemmo con successo perché le valutazioni delle candidature delle varie città fossero rese pubbliche, come poi avvenuto, e perché nelle stesse valutazioni prevalesse la logica del merito. E anche questa seconda richiesta è stata esaudita come dimostra la giornata di oggi (ieri ndr): quando ci fu il primo giudizio sulle candidature emerse chiaramente che quella di Milano e quella di Amsterdam erano le migliori e infatti sono arrivate in fondo. Ma nel 2016 non abbiamo certo pensato di chiedere che non ci fosse l’istituto del sorteggio...».

Segno di un’Europa che non sa decidere, come dice il governatore Roberto Maroni?

«No, semmai il sorteggio è segno di un’Europa che una decisione alla fine vuole prenderla comunque. Io ritengo che il punto sia un po’ diverso: l’Europa si è spaccata in due e lo ha fatto sia in merito alla scelta della città nella quale dovrà traslocare l’Agenzia Europea del Farmaco sia sulla scelta della città sede dell’Autorità Bancaria Europea. Anche in quest’ultimo caso Parigi ha battuto Dublino solo al sorteggio. Queste divisioni sono il frutto della dimensione della dialettica europea. In questa dialettica c’è una morale positiva per noi: siamo stati votati da mezza Europa. Quando l’Italia si presenta ai tavoli europei compatta e determinata, come successo per Ema, riesce a catalizzare consenso».

Non ritiene che qualcuno non sia stato ai patti se si è finiti al sorteggio? Si vocifera sia stata la Germania ad astenersi, altri dicono la Slovacchia.

«Io non posso sapere chi si sia astenuto ma non sono d’accordo con la sua lettura. La candidatura di Milano ha ricevuto tutti i voti che noi ci aspettavamo. Nelle prime votazioni abbiamo avuto tra le 24 e le 26 preferenze, tante. Una volta rimasti in gara solo con Amsterdam ci sarebbe potuto essere un travaso di voti tutta a vantaggio degli olandesi ma così non è stato, è finita 13 pari: ci ha votato mezza Europa. C’è amarezza, certo, ma usciamo a testa alta. E con la consapevolezza della forza e della validità sia tecnica sia politica della nostra proposta. Ora bisogna far tesoro di questa esperienza».

In vista di quali sfide esattamente?

«I tavoli europei sono molti, non sta a me entrare nel merito».

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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