Lo spreco: 400 chilometri al giorno per sorvegliare una detenuta malata

Lei è all’ospedale, 12 guardie carcerarie perennemente in trasferta

L'ospedale Fatebenefratelli

L'ospedale Fatebenefratelli

Milano, 23 luglio 2017 - Otto agenti e quattro autisti per piantonare in ospedale una sola detenuta. Tutti i giorni 440 chilometri di trasferta. In un paradossale giro dell’oca fra il carcere di Bollate, quello di Monza e l’ospedale Fatebenefratelli a Milano. Avanti e indietro per ognuno dei quattro turni in cui è organizzata la giornata degli agenti di polizia penitenziaria. Una scelta obbligata, secondo il Provveditorato lombardo dell’Amministrazione penitenziaria, dalla carenza di baschi blu.

«Un assurdo spreco di soldi pubblici», per Domenico Benemia, segretario regionale della Uil penitenziari. L’ennesimo. E basterebbe poco per evitare di «buttar via tempo e denaro a spese dei contribuenti». Basterebbe far piantonare la detenuta (di Bollate) in ospedale dagli agenti del carcere più vicino. Quello di San Vittore è a poco più di quattro chilometri dal Fatebenefratelli: in una giornata intera si potrebbero percorrere soltanto 34,8 chilometri. Evitando pure di dover pagare a ogni agente l’indennità di missione e le ore di straordinario. Perché il viaggio imposto dall’organizzazione decisa dai piani alti prevede, per ogni turno, due ore in mezzo traffico per macinare 110 chilometri. Salvo imprevisti nel percorso. Eppure si va avanti così. La mattina un autista prende la macchina di servizio e da Bollate raggiunge il carcere di via Sanquirico, periferia sud-est di Monza, per andare a prendere una agente. Quindi torna a Bollate e carica un altro poliziotto per poi dirigersi all’ospedale. Lì avviene il cambio turno. Lo stesso autista lascia i due agenti che prendono servizio e riaccompagna i colleghi che “smontano” nei rispettivi istituti di competenza, prima Bollate e poi Monza. Fino all’ultimo viaggio per rientrare a Bollate. Dopo 2 ore di viaggio (in straordinario) e sei di turno effettivo. «Un inutile stress per gli agenti – lamenta Benemia –. E poi vogliamo parlare dei costi della benzina e dell’usura dell’auto? Tra l’altro abbiamo un parco macchine che ha centinaia di migliaia di chilometri nel motore e questo si riflette anche sui costi delle manutenzioni».  E poi dall’altra parte il Ministero «ci taglia il monte ore degli straordinari, come se potessimo abbandonare un detenuto in mezzo a un processo perché abbiamo esaurito le 6 ore giornaliere da contratto». Ma allo stesso tempo gli agenti non hanno certo intenzione di lavorare ore in più senza avere la certezza di essere pagati. A Monza l’ultima conta certifica 334 baschi blu ma effettivamente in servizio sono meno: 55 sono distaccati in altri istituti. In più, adesso, ogni giorno altri quattro poliziotti vengono dirottati in ospedale. Che accumulano mediamente due ore di straordinario a testa, sottratte al «tesoretto» assegnato al carcere monzese. Ma perché, polemizza il sindacalista, «parlando di tagli nessuno ha sollevato il problema delle numerose ore in più che accumula, quasi da una decina di anni, il collega che ogni giorno accompagna un dirigente dell’istituto di Monza al carcere di Lecco per poi rientrare a fine giornata? Sarebbe più conveniente stabilire un trasferimento definitivo. Senza dimenticare l’altro agente inviato in altri istituti lombardi per l’installazione dei sistemi di videosorveglianza. Tutte ore straordinarie tolte da quelle destinate a Monza ma per esigenze di altri carceri. Tanto paga sempre il contribuente».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro