Crisi di vocazioni per le crocerossine: "Ormai non ci conosce nessuno"

La campagna di reclutamento, fra soccorsi medici e missioni di pace

Le infermiere volontarie di Milano

Le infermiere volontarie di Milano

Milano, 21 ottobre 2016 - Crisi di vocazioni fra le Crocerossine milanesi. E rischia di andare deserto il corso di formazione per le "Infermiere volontarie della Croce Rossa italiana" che partirà a gennaio. Le iscrizioni si chiudono a fine novembre ma il trend negativo di questi anni preoccupa l’Ispettorato meneghino. L’anno scorso sono state appena venti le nuove iscritte: il corso dura due anni e non tutte arrivano alla fine. Un peccato, perché le “Crocerossine” sono un pezzo della storia milanese (nel 1998 il Comune conferì loro la cittadinanza onoraria e l’Ambrogino d’oro) che rischia di finire nell’oblio. Eppure fu istituito qui, nel 1906, il primo corso per diventare Infermiera volontaria della Croce Rossa italiana. La Regina Elena fu la prima Ispettrice delle Infermiere volontarie, dal 1911 al 1921. Studiò medicina e ne ebbe la laurea ad honorem; finanziò opere benefiche a favore degli encefalitici, per madri povere, per i tubercolotici, per gli ex combattenti. A Milano le Crocerossine sono in prima linea da sempre, con un servizio ambulatoriale aperto tutto l’anno con accesso libero (via Pucci) e per prestazioni di varia natura (dalla misurazione della pressione alle vaccinazioni), l’Unità di strada medico infermieristica che porta soccorso e conforto ai senza dimora, il pronto intervento e un servizio di ippoterapia per i portatori di handicap, nella Caserma Santa Barbara, iniziativa nata nel 1982 per volontà di Emanuela Setti Carraro, moglie del generale Dalla Chiesa. In qualità di ausiliarie delle Forze armate, le Crocerossine partecipano a tutte le missioni di pace, sono presenti in Somalia, Mozambico, Turchia, Bosnia, Kossovo, Haiti e si preparano a partire (due infermiere da Milano) nell’ambito della Missione Ippocrate dove presteranno la loro opera nell’ospedale da campo.

Non ci sono titoli accademici fra loro, si chiamano "sorelle" ma non sono suore (come molti credono) ma semplicemente - così pensarono nel momento in cui si costituirono - "sorelle perché c’è un unico ideale che ci accomuna, aiutare chi è in difficoltà, sempre nel rispetto dei principi fondamentali della Croce Rossa e seguendo fedeli il nostro motto: Ama, conforta, lavora, salva". Motto riconosciuto in ogni angolo del pianeta dove opera la Croce Rossa con la Mezzaluna rossa internazionale. "Eppure non ci conosce nessuno – denunciano dalla sede dell’Ispettorato Infermiere Volontarie di Milano – sbaglia chi pensa che sfiliamo solo nelle parate militari. Dietro questa uniforme ci sono persone che si sporcano le mani" Attualmente sono 6mila le "Crocerossine" in tutta Italia e solo 130 a Milano. A metà degli anni Sessanta erano 15mila nel Paese. L’età media? Oggi è piuttosto alta. Chi sceglie questo tipo di volontariato, laico, proviene da vari settori professionali e da ogni ceto sociale. Il corso, al termine del quale si consegue il titolo di "Infermiera volontaria della Croce Rossa" abilitante in ambito delle Forze armate, dura duemila ore. Un diploma per donne "generose", di supporto alla "vulnerabilità", pronte ad intervenire in disastri naturali e portare soccorso in situazioni estreme. Per informazioni sulle iscrizioni al corso si può consultare il sito www.cri.it, su Facebook “Crocerossine’’ Croce Rossa italiana Comitato di Milano e mail: isp.milano@iv.cri.it.

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