Dottorato in Criminalità organizzata: si terrà alla Statale di Milano

L'Ateneo di via Festa del Perdono ospiterà il dottorato che intende fare chiarezza sui fenomeni malavitosi

L'università Statale di Milano (Newpress)

L'università Statale di Milano (Newpress)

Milano, 20 gennaio 2017 - Presentato il primo dottorato di ricerca in studi sulla criminalità organizzata, dove si formeranno competenze e conoscenze per combattere più efficacemente la mafia. Si svolgerà all'Università Statale degli Studi. "È una iniziativa importante, voluta dalla Commissione parlamentare Antimafia e dalla Conferenza dei Rettori è costruita grazie alla competenza e volontà di Nando Dalla Chiesa. Per Milano è un motivo di orgoglio e una nuova eccellenza, ma anche la conferma del suo impegno per la legalità", ha detto il senatore Franco Mirabelli, capogruppo Pd in Commissione Antimafia a margine della presentazione.

"È per questo che nasce il dottorato di ricerca. Per dare impulso alle conoscenze, competenze scientifiche e anche per l'inclusione di giovani che fino a questo punto non sono conosciuti". È il commento del professore di Sociologia della criminalità organizzata Nando dalla Chiesa, in merito alla necessità di "laicizzare l'antimafia" avanzata dalla presidentessa della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, oggi in Università Statale di Milano nel corso della cerimonia di avvio del dottorato di ricerca in 'Studi sulla criminalità organizzata'.

"La conoscenza è sempre laicizzazione, una spinta importante per uscire dai luoghi comuni e acquisire sempre nuovi punti di vista. I progetti di ricerca che ci sono stati proposti, ad esempio, io in gran parte mai li avrei immaginati", aggiunto tra il soddisfatto e il sorpreso Nando dalla Chiesa.

I dottorandi vincitori della borsa, finanziata per un triennio dalla Commissione parlamentare antimafia, sono cinque: Thomas Aureliani, con un progetto di ricerca sulla criminalità in Messico; Laura Ninni, con un progetto ricerca sul concorso esterno in associazione mafiosa; Luca Bonzanni, con un progetto sulla criminalità autoctona e di stampo mafioso nelle Valli Bergamasche; Annalisa Nava, con uno studio delle possibili presenze di organizzazioni criminali nella gestione dei centri di accoglienza per i migranti; Filomena Occhiuzzi, con uno studio sulla norma dello scioglimento dei consigli comunali per mafia.

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