Coppia dell'acido, psicologi in carcere per Martina e Alex: attesa per il verdetto sul bambino

Martedì incontri separati con gli esperti, prima della parola al giudice di Marinella Rossi

Martina Levato e Alex Boettcher

Martina Levato e Alex Boettcher

Milano 19 ottobre 2015 - In assenza dell’elementare saggezza di re Salomone, a chi andrà il bimbo di Martina Levato e Alexander Boettcher? Conteso fra genitori (e nonni) e lo Stato, che pone seri dubbi sulla capacità genitoriale della coppia dell’acido, la quale, proprio nell’avviarsi a divenir genitori, predispose una serie di agguati “purificatori” sui trascorsi sessuali di lei, madre futura. Qui non ci sono facili decisioni da prendere, e il tribunale per i minori sta facendo gli ultimi passi di una complessa istruttoria sull’adottabilità del piccolo nato il 15 agosto e subito - con un provvedimento di urgenza firmato dal pm Annamaria Fiorillo - allontanato dalla madre. Questa lo ha potuto vedere (così come il padre e i nonni materni e paterni), con un secondo provvedimento emesso il 22 agosto dal collegio incaricato del caso, una volta alla settimana nell’ambito dell’istruttoria, appunto, alla fine della quale il giudice Emanuela Gorra stabilirà l’affidamento o l’adozione del piccolo.

I tempi sulla decisione - dopo la proroga richiesta il 30 settembre dagli operatori dei servizi al lavoro sul caso - stringono, e ne è segno il fatto che due assistenti sociali e due diverse psicologhe messe in campo dai servizi sociali del Comune (temporaneamente affidatario del bambino), incontrano domani a San Vittore prima Martina e poi Alexander. Colloqui separati e prolungati che preludono a una relazione conclusiva da sottoporre al giudice minorile. La quale ha già incontrato giovedì padre e madre di Martina, Vincenzo e Maria Levato, e nelle prossime ore vedrà la madre di Alexander, Patrizia Ravasi. 

Dopo l'incontro di domani a San Vittore con psicologi e assistenti sociali, e sempre che questi non ritengano utili altre riunioni con i due genitori (il permesso è «in via permanente» al fine dell’ultimazione dell’istruttoria), il giudice Gorra potrebbe sentire direttamente i ragazzi. Alla conclusione della procedura, il giudice Gorra e il suo collegio emetteranno un verdetto sull’affidamento (ai nonni, materni-paterni?), mentre sembra improbabile l’affidamento alla madre che (al di là di altre considerazioni come quella che da incinta, e consapevole di esserlo, infilava agguati per scarnificare con l’acido le facce dei suoi ex) è sotto processo per gravissime aggressioni e potrebbe scontare una lunga carcerazione. Altrimenti il giudice potrebbe optare per recidere i legami di sangue e avviare l’adozione con una famiglia estranea. Decisione impugnabile, sia dai legali di Martina - Laura Cossar - che da quella di Alexander - Valeria Barbanti - alla sezione famiglia della Corte d’appello e fino in Cassazione. Il carico processuale nei confronti della coppia certo non giova all’affidamento del figlio. Martina ricorre contro la condanna in rito abbreviato a 14 anni per l’aggressione a Pietro Barbini (di cui è reo confessa) per il solo riconoscimento delle attenuanti. E ha in carico in abbreviato il processo per il ferimento di Antonio Margarito, per l’aggressione con il solforico di Stefano Savi e per il tentativo non riuscito contro Giuliano Carparelli. Analogamente Boettcher, che ritorna in aula mercoledì con i testi d’accusa: i vicini di casa di Carparelli, i quali assistettero agli appostamenti dei due ragazzi mascherati con parrucche e baffi.

di Marinella Rossi

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