Coppia dell'acido, il medico di Savi: "Danni per sempre alla vista e al tatto"

L'udienza è stata aggiornata a mercoledì prossimo, giorno in cui è prevista la presenza del fotografo Giuliano Carparelli e di due amiche di Martina Levato

Stefano Savi fu aggredito secondo gli inquirenti dalla coppia dell'acido per uno scambio di persona

Stefano Savi fu aggredito secondo gli inquirenti dalla coppia dell'acido per uno scambio di persona

LEGALE DI ALEX: "CLIMA AGGRESSIVO" -  "C'è un clima molto pesante in quest'aula. E io non sono abituata a relazionarmi con questo clima di aggressività". Con questa motivazione Alessandra Silvestri, difensore di Alexander Boettcher ha annunciato di voler abbandonare l'aula durante l'udienza di oggi. Il legale, in particolare, ha puntato il dito contro le presunte "aggressioni verbali scagliate da parte del pm e degli avvocati di parte civile" nell'udienza di settimana scorsa. Perciò, ha aggiunto rincarando la dose, "non mi sento a mio agio". Dito puntato, poi, sul presunto "squilibrio" nel trattamento dei diversi imputati, secondo l'avvocato Silvestri, infatti, Andrea Magnani, il presunto complice della cosiddetta "coppia diabolica" che avrebbe svolto il ruolo di basista in tutte le tre aggressioni con l'acido compiute da Alex e Martina tra il 2 novembre e il 28 novembre 2014, godrebbe di una "corsia preferenziale" e sarebbe "trattato con i guanti" perché il bancario "assume un ruolo di collaborante con il pm e perciò gode di un vantaggio". Il riferimento è relativo alla scorsa udienza, quando a Magnani è stato concesso di sedersi accanto ai suoi avvocati mentre Boettcher non ha mai beneficiato di questa possibilità. L'avvocato Silvestri, prima di farsi sostituire dal collega Andreano in arrivo da Ancona, ha chiesto l'ammissione di documenti video e tabulati telefonici che a suo giudizio sono necessari "per valutare l'attendibilità di Magnani su cui questa difesa nutre parecchie perplessità".

LEGALE DI SAVI: "NESSUNA AGGRESSIONE" - "Non c'è stato alcun clima di tensione, nè alcune aggressività nei confronti della difesa", ha spiegato l'avvocato Andrea Orabona, legale di parte civile che assiste Stefano Savi, facendo riferimento a quanto detto dalla difesa di Alexander Boettcher .  Mentre l'avvocato Alessandra Silvestri lamentava in aula un'aggressione verbale nei suoi confronti nella scorsa udienza, infatti, l'imputato ha guardato più volte il legale di parte civile Orabona. Quest'ultimo ha spiegato che "nella scorsa udienza c'è stato soltanto un clima di contraddittorio forte perché siamo in un processo penale e noi respingiamo questa considerazione sull'aggressività, anche perché siamo tutti colleghi e persone che liberamente svolgono questa professione". Per il legale le dichiarazioni del difensore dell'imputato sono "senza fondamento". 

MEDICO: "PER SAVI INDEBOLITO ANCHE IL TATTO" - Stefano Savi, lo studente sfigurato con l' acido il 2 novembre 2014, oltre alle "lesioni a entrambi gli occhi" ha subito anche "l'indebolimento permanente del tatto". Lo ha spiegato Gaetano Elli, medico dell'Ospedale Niguarda dove il giovane è stato ricoverato, testimoniando nel processo milanese a carico di Alexander Boettcher. Il medico, rispondendo alle domande del pm di Milano Marcello Musso, ha chiarito che l' acido ha provocato a Savi «l'indebolimento permanente sia dell'organo della vista che del tatto» e che il giovane ha subito la "deformazione e lo sfregio permanente del volto". Per quanto riguarda un occhio poi, Savi, come ha chiarito il teste, "vede solo ombre". Tra i numerosi investigatori delle forze dell'ordine che sono stati sentiti stamani, ha testimoniato anche Luigi Schirinzi, coordinatore della squadra investigativa della Squadra Mobile che fin da subito ha condotto le indagini sull'aggressione a Savi. Aggressione che è rimasta un 'misterò fino a quando, dopo gli arresti di Boettcher e Martina Levato per il blitz ai danni di Pietro Barbini il 28 dicembre 2014, gli accertamenti hanno portato a ritenere la coppia responsabile anche dell'agguato precedente. L'ispettore Schirinzi ha chiarito, infatti, che nei giorni successivi all'episodio Savi vennero analizzate "27mila utenze telefoniche» per riuscire a rintracciare chi era a bordo "di un'auto che venne ripresa dalle telecamere della zona, ma tutte le utenze analizzate non avevano effettuato traffico telefonico in quel momento e in quella zona». Le telecamere, ha spiegato il teste, ripresero anche «una persona, un uomo che forse correva". 

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