Coppia dell'acido, Martina: "Fu Alex a darmi istruzioni su come punire Margarito"

Il memoriale choc di Martina: e io dovevo subire una mutilazione di MARINELLA ROSSI

Martina Levato: ormai è guerra con Alex Boettcher

Martina Levato: ormai è guerra con Alex Boettcher

Milano, 17 marzo 2016 - Mutilata, inguardabile. Così imparava a tradirlo. Doveva perdere un braccio o una gamba, Martina Levato, in un incidente stradale pianificato e messo in atto da e con Alexander Boettcher. Nessuno la doveva più guardare, e lei sarebbe stata così castigata per le divagazioni sessuali extra Alex. Ma gli incidenti sono difficili da regolare come orologi, e il progetto, per sua fortuna, fu abbandonato. Quel progetto, non la voglia di punizione e vendetta dell’Alex tradito. Che continuò, ed ecco come, sostiene Martina Levato.

Arriva, l’ultima e scomoda verità della ragazza dell’acido, e non è servita su un vassoio d’argento. Sala colloqui di San Vittore, ieri: Martina parla con il suo legale Alessandra Guarini, mette a punto ricordi, scrive cinque pagine di memoriale, anticipazioni di quello che potrebbe raccontare per esteso, «per essere liberata», ai giudici dell’undicesima penale se volessero sentirla (ma finora il collegio ha escluso di riaprire il dibattimento contro Boettcher per riascoltarla). Così Martina infila una collana di orrori subiti e verità processuali di rilievo: «Alex mi ordinò di fare del male ad Antonio Margarito, usando il coltello». Antonio, il ragazzo della vacanza dell’agosto 2013 in Salento. Boettcher non risponde dell’aggressione, il tentativo di evirazione – solo in capo a Martina – ma dell’associazione per delinquere finalizzata anche a quel delitto. Ora, la sua ex schiava, glielo accolla in pieno. Antonio, racconta Martina, era il primo da deturpare, ferendolo ai genitali, perché aveva avuto con lei «un rapporto sessuale completo».

Alex, racconta la ragazza nel suo memoriale, definì il dove, come e quando - 19 maggio 2014 - adescare e aggredire nell’auto di lei lo studente, che poi Martina avrebbe accusato di un tentativo di stupro. Ma anche col coltello le cose non sono così facili: il ragazzo scappò, Martina dovette fingere un’aggressione mai vissuta, e sulla scena comparve Boettcher. Solo dopo, per la prima volta, comparve anche Andrea Magnani, che la ragazza esclude dall’aggressione a Margarito: «Lo vidi per la prima volta quando mi venne a trovare in ospedale», dove si era fatta visitare dopo aver simulato l’aggressione mai subita. Magnani che, da quel momento, diverrà un burattino, manipolato dalle mani di Boettcher.

Margarito, allora, il primo dell’escalation ossessiva di Alexander quando scopre che la «racchietta» Martina ha avuto le sue distrazioni. Ma c’è un prima: la «prima destinataria delle violenze di Alex sono stata io», stravolta dai sensi di colpa per aver fatto soffrire il suo re. Cinghiate, schiaffi, minacce, e il timore non troppo velato che potesse allargare le crudeltà anche ai suoi genitori. E dopo le botte e i marchi, ecco la “seconda fase”: «fare del male» agli uomini con cui l’aveva tradito. Giuliano Carparelli, allora: inaccettabile quel «mordi e fuggi» fuori della discoteca Divina, proprio mentre il rapporto con Alex «si stava consolidando».

Intanto si è passati dal coltello all’acido (come sa Stefano Savi, assalito per sbaglio e per la somiglianza a Giuliano). Il lancio contro Giuliano, 15 novembre 2014, non va a segno e Martina viene duramente rimproverata per aver sbagliato, così che Boettcher insiste a che ci si riprovi con nuovi appostamenti. Poi c’è il terzo uomo, racconta Levato: è Pietro Barbini, l’ex compagno di liceo ed ex flirt – anche durante il rapporto con Boettcher –, intollerabile quel legame «antico e profondo» da vecchi compagni di classe. Con Pietro, scrive Martina, si sarebbe dovuto chiudere il cerchio della purificazione, attraverso le facce disciolte dei suoi ex. Pietro l’avrebbe riconosciuta e lei sarebbe finita in galera. Le cose vanno diversamente, il 28 dicembre 2014, e in galera ci finisce prima Boettcher e poi lei. Ma ora resta solo che Martina racconti anche di Stefano Savi, 2 novembre 2014. La vittima per sbaglio. Lei esclude il suo coinvolgimento, ma non più quello di Boettcher.

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