Concorso al Policlinico di Milano per radiologi: 439 candidati, nessuno è idoneo

Clamoroso esito: nessuno supera la prima prova. La Regione chiede chiarimenti

I tecnici di radiologia intenzionati a lavorare al Policlinico avranno una seconda possibilità

I tecnici di radiologia intenzionati a lavorare al Policlinico avranno una seconda possibilità

Milano, 14 febbraio 2019 - L’obiettivo era assumere tecnici di radiologia a tempo indeterminato, attraverso un concorso pubblico. Ma dei 439 candidati, che il 4 febbraio scorso si sono presentati per sostenere in un’unica sessione sia la prova scritta che la prova pratica, nessuno è riuscito ad ottenere un punteggio sufficiente per arrivare a sostenere anche la prova orale ed entrare così nella graduatoria valevole per l’assunzione. Incredibile ma vero. È quanto accaduto al Policlinico di Milano, che per la selezione dei candidati, visto l’alto numero degli iscritti al concorso, si era pure affidato ad un’azienda specializzata per il supporto nella selezione del personale. Per dirla in numeri: si erano iscritti al concorso 760 aspiranti tecnici radiologi ma, come detto, quelli che hanno superato la prima scrematura e che hanno potuto partecipare ai test sono stati 439. Tutti non idonei.

Ora, fanno sapere dallo stesso Policlinico, l’obiettivo dell’ospedale è quello di bandire in tempi brevi un nuovo concorso per le stesse posizioni professionali e «con la speranza di poter portare i candidati migliori nella squadra» del nosocomio milanese. Tutto pacifico, tutto archiviato? Non ancora. Perché sulla vicenda ieri ha deciso di intervenire Giulio Gallera, assessore al welfare della Regione Lombardia, chiedendo formalmente alla direzione generale del Policlinico di fornire «delucidazioni e chiarimenti in merito alla procedura concorsuale indetta per l’individuazione dei tecnici di radiologia che non avrebbe prodotto, in prima istanza, alcun idoneo al passaggio alla fase successiva fra i 439 candidati». L’assessore regionale non nasconde di essere «stupito e preoccupato» per la situazione, da qui l’incarico affidato alla direzione generale del Welfare di Regione Lombardia «di intraprendere le verifiche necessarie per esaminare nel dettaglio l’intera vicenda».

A proposito di sanità, dopo Roma anche Milano entra nel programma “Cities Changing Diabetes”, l’iniziativa realizzata in partnership tra University College London (UCL) e il danese Steno Diabetes Center con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, che coinvolge istituzioni nazionali, amministrazioni locali, mondo accademico e terzo settore. Il programma si propone come obiettivo di valutare l’impatto dell’urbanizzazione sulle malattie croniche non trasmissibili, come diabete e obesità, e promuovere iniziative per salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire queste malattie. L’annuncio è stato dato ieri nel corso della conferenza stampa organizzata da Health City Institute a Palazzo Marino in collaborazione con il Comune e la Regione Lombardia. Al progetto, oltre alle amministrazioni comunale e regionale, hanno aderito le Università di Milano, l’ATS di Milano Città Metropolitana, il Museo della Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci”, le componenti accademiche, sociali e scientifiche della città.

 

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