La denuncia del Comitato Legalità: impossibile fare controlli preventivi

La prima relazione: talvolta il Comune ci trasmette gli atti a cose fatte

Gherardo  Colombo,  uno dei pm  del pool  di Mani Pulite

Gherardo Colombo, uno dei pm del pool di Mani Pulite

Milano, 23 settembre 2017 - La riorganizzazione del Comune, la gestione del patrimonio immobiliare comunale (con particolare riferimento ai centri sportivi), l’organismo di controllo interno a Palazzo Marino e, infine, la prassi fin qui seguita dall’amministrazione di piazza Scala per gli accertamenti sui propri dipendenti. Sono questi i quattro temi sui quali il “Comitato per la Legalità e la Trasparenza” presieduto da Gherardo Colombo e istituito da Giuseppe Sala muove contestazioni all’esecutivo di Palazzo Marino. Tutto nero su bianco nella prima relazione dell’ente, pubblicata anche on line.

Quel che più colpisce delle 22 pagine da ieri sera a disposizione dei cittadini, è il fil rouge delle contestazioni, vale a dire: la difficoltà riscontrata dallo stesso Comitato ad accedere ai documenti sui quali si basano le decisioni (già prese) dall’amministrazione comunale nonché il mancato coinvolgimento dello stesso Comitato da parte della stessa amministrazione prima che gli atti siano varati. Problemi non da poco se c’è da vegliare su legalità, trasparenza ed efficienza della macchina. Largo alla relazione, però: «La riorganizzazione del Comune – si legge nelle conclusioni del report – ha presentato lacune ancora oggi non colmate» e «sull’efficienza amministrativa molto si può e si deve ancora fare con riferimento ai tempi di risposta alle istanze (oltre che del Comitato) dei cittadini».

«Talvolta– si badi – la circostanza di aver conosciuto solo a posteriori atti che riguardano strettamente la competenza attribuita al Comitato ha reso impossibile l’esercizio di un controllo preventivo che, diversamente, avrebbe potuto apportare benefici al miglior andamento dell’iter decisionale». Più nel dettaglio, quanto alla riorganizzazione del Comune, «il Comitato ha avuto modo di rilevare un deficit documentale e, secondariamente, procedurale a sostegno delle decisioni adottate. (...) Il Comitato – ecco un altro passaggio chiave –, pur avendolo richiesto più volte, non ha mai potuto esaminare la documentazione posta alla base dei provvedimenti adottati e da cui evincere l’applicazione di procedure oggettive e trasparenti». Quanto al patrimonio immobiliare comunale, si riscontrano «lacune riguardo alle modalità di assegnazione dei beni a terzi e al successivo controllo sull’effettivo utilizzo degli stessi», quanto all’Internal Audit, si esprimono «perplessità in merito all’indipendenza e alla effettività del sistema», quanto, infine, alle indagini sui dipendenti, «la prassi di affidare alla polizia locale lo svolgimento di accertamenti interni all’amministrazione (...) facendo tuttavia a meno di avvisare l’autorità giudiziaria presenta serie criticità sotto il profilo della legalità».

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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