Vestiti, soldi e ferite: i misteri della colf trovata morta

Gli investigatori scavano nel passato della vittima

Mariana Odica

Mariana Odica

Milano, 12 luglio 2017 - Le foto su Facebook immortalano Mariana Odica sorridente al parco con le amiche. Un sorriso che, racconta chi sostiene di averla incrociata sabato pomeriggio a spasso col cane, dispensava a passanti e negozianti della zona. Un sorriso che si è spento tra la notte e la tarda mattinata di domenica, secondo l’ipotesi del medico legale che ieri ha effettuato l’autopsia sul suo cadavere.

Resta un mistero la morte della colf romena ritrovata senza vita tre giorni fa dall’ostetrica 44enne C.L., proprietaria dell’appartamento al primo piano di viale Coni Zugna 65. Se è vero che gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal pm Eugenio Fusco, non hanno ancora sciolto la riserva, pare prendere sempre più consistenza l’ipotesi che la domestica, appena assunta dalla facoltosa dottoressa per seguire i suoi due figli durante le vacanze estive, sia stata uccisa da qualcuno che conosceva bene: nessun segno di effrazione alla porta chiusa regolarmente a chiave. Se prendiamo per buona la pista omicidio (la polizia sta comunque lavorando in quella direzione), non può essersi trattato di un delitto d’impeto a sfondo passionale-sessuale: Mariana era vestita con pantaloncini e maglietta, come se fosse appena rientrata o come se stesse per uscire. Esclusa pure la tesi del ladro sorpreso a rubare: i 450 euro in bella vista sul tavolo (un affitto versato alla padrona di casa) sono rimasti lì, così come preziosi e gioielli custoditi nei cassetti. Resta da percorrere la strada dell’omicidio commesso al termine di un litigio, anche se la superficialità delle cinque ferite da arma da taglio a gola e petto (il coltello da cucina ritrovato sotto il corpo della romena) e l’assenza di tagli alle mani (che fanno presupporre il fatto che Mariana non abbia opposto resistenza) lasciano più di un dubbio. Dubbi che la polizia sta provando a fugare scavando nel recente passato della colf (che faceva la spola tra Italia e Romania), anche grazie ai contatti contenuti nel suo cellulare. Un aiuto potrebbe arrivare pure dalle telecamere, sia quelle installate in strada che quelle montate all’interno dello stabile costruito cinque anni fa e più volte «visitato» dai topi d’appartamento. Ovviamente, rimane in piedi, seppur sullo sfondo, l’altra possibilità: che la 35enne abbia deciso di farla finita. Senza però lasciare messaggi o biglietti d’addio e proprio nel momento in cui stava iniziando un nuovo lavoro ben retribuito.

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