Saronno, condannata la Lega Nord: "Definire clandestini i profughi è discriminatorio"

Il caso esaminato dalla I Sezione Civile è quello arcinoto dei cartelli comparsi il 9 aprile 2016 in provincia di Varese

Alcuni profughi

Alcuni profughi

Milano, 23 febbraio 2017 - La sentenza del Tribunale di Milano rappresenta un inedito nella giurisprudenza italiana: per la prima volta, viene stabilito da un giudice che definire «clandestini» i profughi in arrivo in Italia è discriminatorio. Il caso esaminato dalla I Sezione Civile è quello arcinoto dei cartelli comparsi il 9 aprile 2016 (e rimasti affissi per circa un mese) a Saronno, in provincia di Varese: «Renzi e Alfano vogliono mandare a Saronno 32 clandestini: vitto, alloggio e vizi pagati da noi. Nel frattempo ai saronnesi tagliano le pensioni e aumentano le tasse». Firmato: Lega Nord di Saronno. Frasi che non sono piaciute affatto, tra gli altri, ai rappresentanti di due associazioni milanesi che da anni si occupano di assistenza ai migranti: Asgi e Naga. Così è scattato il processo.

Dal canto suo, il partito guidato da Matteo Salvini si è difeso sostenendo, come si ricostruisce nella sentenza emessa ieri, «che la critica era rivolta nei confronti di determinati esponenti politici e non nei confronti dei 32 soggetti» e «che il divieto di discriminazione doveva comunque essere bilanciato con il diritto alla libertà di espressione». Tesi rispedite al mittente dal giudice Martina Flamini: «Deve sottolinearsi come l’attribuzione ai richiedenti asilo dell’attribuito di “clandestino” non si possa giustificare come una mera imprecisione terminologica». Non basta: quella parola «veicola l’idea fortemente negativa che i richiedenti asilo costituiscano un pericolo per i cittadini italiani e, in particolare, di Saronno». Conclusione: «Va dunque affermato il carattere discriminatorio delle espressioni». E veniamo alla sanzione: il Carroccio dovrà risarcire 10mila euro di danni non patrimoniali ad Asgi e Naga, pagare 4.270 euro di spese legali e pubblicare sulla home page del suo sito internet il dispositivo dell’ordinanza. 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro