Gestore di slot preso per un orecchio: "Se non paghi te lo faccio tagliare"

All’uomo erano stati chiesti 120mila euro per un prestito da 15mila

Boss e guardaspalle entrano nella sala slot per estorcere soldi

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Milano, 22 settembre 2016 - Aveva bisogno di 15mila euro per aprire una nuova sala giochi a Cernusco sul Naviglio e si era fidato di un connazionale: "Rivolgiti ad A Dong". Non l’avesse mai fatto. Quest’ultimo, capo di un’organizzazione criminale, gli ha prestato il denaro ma ha preteso la restituzione di 120mila euro. Una somma esorbitante, da versare “a rate” entro termini stabiliti. E dopo 5 mesi sono cominciati i primi problemi: "Non ho più denaro. Ti pagherò dopo l’apertura dell’attività". E A Dong, in un primo momento comprensivo, si è infuriato: il 9 marzo del 2015 si è presentato nella sala giochi insieme ad altre quattro persone della sua gang. "Consegnami 120mila euro, oppure dammi la tua attività". Il commerciante non ha ceduto. A quel punto A Dong lo ha afferrato per un orecchio, dicendogli che se non avesse pagato glielo avrebbe fatto tagliare.

Poi lo ha colpito con due schiaffi, prima di notare la presenza di telecamere che lo ha invogliato a spostarsi in un’area esterna, per non essere ripreso. A Dong ha chiesto al suo debitore di chiedere denaro ai suoi genitori per saldare il debito. "No", ha risposto il commerciante. Allora è scattata la violenza: il boss ha ordinato a due suoi scagnozzi di picchiarlo ed è partita una pioggia di calci e pugni su corpo e testa per circa un minuto. Secondo invito, secondo rifiuto. Accusando dolori, la vittima si è appoggiata al bancone. "Ti dò tempo fino a sabato prossimo. Quest’aggressione è stata solo un avvertimento", la minaccia finale. Dopo essere stato in ospedale, l’uomo ha sporto denuncia alla polizia. Sono scattati gli accertamenti e, il 10 aprile, la trappola per i malviventi. "Sono pronto a pagare 10mila euro in contanti", ha fatto sapere il commerciante ai banditi. Una mazzetta con banconote vere e altre fac-simile. Non appena ha preso il denaro, Xu Jie, detto “Xiao Yi”, uomo di fiducia del boss, è stato arrestato in fragranza.

E nello stesso pomeriggio la Squadra Mobile ha fermato A Dong, rintracciato in via Messina, nel cuore della Chinatown milanese. L’uomo è stato portato via tra gli applausi dei commercianti, certi che per loro fosse finito l’incubo di estorsioni e continue minacce. A casa di A Dong, la polizia ha trovato un foglio manoscritto in lingua cinese: l’accordo sottoscritto con la vittima, che mette nero su bianco il prestito usuraio.

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