Perizia psichiatrica per Hosni, l'accoltellatore della stazione Centrale

L'aggressore sarà interrogato domenica. Dopo il fermo avrebbe detto di aver rubato i coltelli utilizzati nel ferimento di due militari e un agente

Un fotogramma del video dell'aggressione in stazione Centrale

Un fotogramma del video dell'aggressione in stazione Centrale

Milano, 20 maggio 2017 - Sarà interrogato domani, domenica 21 maggio, Ismail Hosni, il 20enne italo-tunisino che giovedì scorso ha accoltellato due militari e un agente Polfer in stazione Centrale. A interrogarlo, in mattinata a partire dalle 10.15, sarà il gip Manuela Scudieri che dovrà poi decidere se convalidare l'arresto per tentato omicidio, come richieso dal pm Maura Ripamonti.

Le indagini comunque proseguono a ritmo serrato. Nelle prime parole di giovedì sera il giovane, oltre a raccontare di sentirsi "solo e abbandonato" ma anche "esasperato", avrebbe anche riferito, da quanto si è appreso, che quei due coltelli che teneva nelle tasche della felpa (girava con le mani nelle tasche e il cappuccio della felpa alzato nel mezzanino della stazione) li aveva da poco rubati in un supermercato della zona. Per inquirenti e investigatori, dunque, non si può escludere che il 20enne, che viveva in strada da un anno e mezzo e che da qualche mese si era avvicinato alle idee dell'estremismo islamico (nel profilo a lui attribuibile c'erano video sull'Isis), fosse già pronto, anche prima di essere sottoposto al controllo, a compiere un'azione violenta. Uno degli interrogativi e dei punti centrali dell'inchiesta, infatti, è proprio la reazione sproporzionata che il giovane ha avuto quando si è avvicinata la pattuglia mista.

Intanto, nell'ambito dell'inchiesta per tentato omicidio e terrorismo internazionale, coordinata dal capo del pool dell' antiterrorismo milanese Alberto Nobili e dai pm Alessandro Gobbis e Maura Ripamonti, si sta scavando nel passato e nelle frequentazioni di Hosni, a partire dal libico Ahmed Jbali, 23 anni, che venne arrestato con lui per spaccio nel dicembre scorso. Libico che, tra l'altro, già prima dell'episodio di due giorni fa, figurava in una relazione degli investigatori dell'antiterrorismo perché su di lui ci sarebbero state indicazioni su una presunta vicinanza all'ambiente dell'integralismo islamico. Il libico potrebbe anche essere già stato individuato e sentito nell' indagine. Si cerca di capire, infatti, se Hosni, uno 'sbandatò che stazionava tra la Centrale e via Padova, possa essere stato indottrinato da qualcuno, anche se al momento non sarebbe emersa alcune rete di soggetti attorno a lui. Nella richiesta di misura cautelare in carcere i pm hanno evidenziato il pericolo di reiterazione del reato da parte di Hosni. 

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