Anno giudiziario, a Milano "boom di cause contro le banche". E ancora carenza di organico

Durante la relazione, sono state ricordate le tre vittime della sparatoria avvenuta in Tribunale lo scorso 9 aprile

Inaugurazione anno giudiziario a Milano

Inaugurazione anno giudiziario a Milano

Milano, 30 gennaio 2016 -  A  Milano sono "sempre in numero rilevante le cause bancarie" che hanno "ad oggetto il tema di grande attualità della responsabilità fatta valere da singoli risparmiatori-investitori nei confronti di banche-promotori finanziari" per "difetto di informazione" o per "la rischiosità dei prodotti". E' quanto si legge nella relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario milanese del presidente facente funzione della Corte d'appello, Marta Chiara Malacarne. Ammonta, infatti, a 57 il numero delle cause civili pendenti nel capoluogo lombardo a carico di banche e società di intermediazione finanziaria per scarsa trasparenza nelle informazioni finanziarie oppure perché hanno proposto a piccoli risparmiatori investimenti troppo rischiosi, come la sottoscrizione di prodotti finanziari derivati. Alcuni di questi procedimenti riguardano nello specifico la sottoscrizione di prodotti finanziari derivati "per i quali il rischio non è bilanciato su entrambi i contraenti, ma grava esclusivamente o prevalentemente sull'investitore". In ambito minorile, invece, al livello civile si registra un aumento di "impugnazioni contro i provvedimenti concernenti la regolamentazione della responsabilità genitoriale per le coppie non unite in matrimonio", mentre in ambito penale aumentano le "impugnazioni contro le sentenze del tribunale per i minorenni (oltre il 65% con imputati stranieri)". Sono 65, invece, gli appelli in materia di protezione internazionale, con una "prognosi, per il futuro, di un aumento considerevole", continua Malacarne.

CARENZA DI ORGANICO - Anche quest'anno viene denunciata la carenza di organico del personale amministrativo che si è "ulteriormente aggravata, a seguito di trasferimenti e pensionamenti" raggiungendo "livelli inaccettabili, tali da mettere a rischio il mantenimento dei risultati raggiunti in termini diproduttività ed il regolare funzionamento dei servizi". Nella relazione del presidente vicario della Corte d'appello di Milano, Marta Chiara Malacarne, viene, tuttavia, sottolineato anche che "rassicuranti in tal senso appaiono le dichiarazioni del ministro della Giustizia" nel senso "che 'per la prima volta dopo vent'annì sono state avviate per il personale amministrativo politiche di ricollocamento e riqualificazioni, con la previsione che più di 4 mila unità saranno assunte nel prossimo biennio". Stando alle dichiarazioni del ministro, si legge ancora, si potrà contare su risorse "aggiuntive superiori al 'miliardo di euro'". Nella relazione Malacarne spiega che i risultati ottenuti a Milano con "un forte incremento di produttività» consentono di «ritenere che il 'sistema giustizià nel distretto della Corte d'appello di Milano, pur nelle segnalate criticità e ristrettezze di risorse», disponga «delle potenzialità necessarie a perseguire utilmente l'obiettivo" della giustizia.

CARCERI SOVRAFFOLLATE - Tasto dolente quello delle carceri. "Permangono condizioni di sovraffollamento nei 13 istituti penitenziari" del distretto della Corte d'Appello di Milano e ospitano 6.154 detenuti "di cui 292 donne e 2.681 stranieri, a fronte di una capienza regolamentare di 5.053", ricorda Malacarne. In diminuzione i detenuti in attesa di giudizio, che sono passati dai 2.017 dello scorso anno a 1.815, mentre aumenta il numero di coloro che stanno scontando la pena, passato da 4.130 a 4.353.

RICORDO TRE VITTIME SPARATORIA - Il presidente vicario della Corte d'appello ha voluto "ricordare le vittime della tragica sparatoria verificatasi il 9 aprile scorso in questo palazzo di giustizia». Malacarne ha ricordato «il magistrato, noto per il suo rigore giuridico e la sua autorevolezza, Fernando Ciampi, ucciso mentre si trovava, dopo l'udienza, a lavoro nel suo ufficio; il giovane promettente avvocato Lorenzo Claris Appiani, colpito mentre stava rendendo testimonianza nell'aula ove ebbe inizio la sparatoria e il cittadino Giorgio Erba, presente nella stessa aula per difendersi nel processo in corso. Un episodio che, ha aggiunto, "ha unito nel dolore e nella vicinanza ai congiunti delle vittime tutto il mondo della giustizia, la società civile, le istituzioni".

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