Case popolari troppo piccole: in coda le domande di famiglie numerose e disabili

Mancano appartamenti adatti: le domande sono state congelate

Case popolari

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Milano, 21 gennaio 2017 - È scritto nero su bianco: «Il Comune provvede all’assegnazione di alloggi Erp sulla base della disponibilità comunicata dagli enti gestori del patrimonio e, attualmente, tale disponibilità non comprende unità abitative idonee a nuclei costituiti da un numero superiore ai tre componenti». Si legge su una delle tante lettere inviate alle famiglie che hanno fatto domanda per una casa popolare. Tradotto, ora non ci sono appartamenti per i nuclei «numerosi», e per numerosi si intende oltre i tre componenti. Immaginando una coppia con bambini, «non oltre il primo figlio».

Nelle lettere ricevute dalle famiglie dai quattro componenti in su in lista di attesa si spiega che la domanda non verrà valutata adesso. Si lascia tutto in sospeso visto che, anche se dovessero esserci i requisiti per l’assegnazione, non ci sarebbe comunque una casa adatta. «La richiesta di un alloggio idoneo al suo nucleo familiare, composto da quattro persone, non consente il prosieguo del procedimento di valutazione della sua istanza di deroga (la richiesta riguarda in questo caso una situazione d’emergenza, in deroga alla graduatoria, ndr) che ad oggi è impedito dalla carenza di tale tipologia di alloggi».

Un dramma se ad aspettare la casa è una famiglia sfrattata, provvisoriamente ospitata da parenti o amici o in una comunità (a spese della collettività). O magari una famiglia sotto sfratto, che spera in una risposta rapida. Ma lo stesso discorso, spiegano i sindacati, vale anche per i disabili che hanno bisogno di alloggi senza barriere architettoniche: «Non sono disponibili». E anche in questo caso le pratiche restano in stand-by. C’è da dire che occorre rimettere in sesto un patrimonio di case vecchie, alcune senza manutenzione da decenni, talvolta in palazzoni senza neppure l’ascensore.

La questione è complessa: l’abbinamento tra famiglie e alloggi è regolato dalla legge regionale 16/2016. Il Comune si è già attivato per far sì che ci sia più flessibilità, in modo da rendere possibili più assegnazioni. «Stiamo lavorando con Regione Lombardia sul regolamento attuativo della legge 16/2016 - sottolinea l’assessore alla Casa Gabriele Rabaiotti - per consentire una maggiore flessibilità nel meccanismo di abbinamento tra alloggi disponibili e nuclei richiedenti. La normativa attuale, infatti, non ci permette alcuna elasticità». Ma occorre darsi da fare anche per riqualificare le case, oggi sfitte, adatte a nuclei numerosi e disabili. Azione che rientra nel progetto «Zero case vuote» voluto dalla nuova amministrazione e realizzato con MM spa. L’obiettivo è far partire i lavori entro il primo semestre di quest’anno.

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