"I cani guida sono i nostri occhi". E 200 si addestrano in piazza Duomo

Fedele compagno di libertà per chi ha perso la vista: insostituibili

Giornata nazionale dei cani gudia (Newpress)

Giornata nazionale dei cani gudia (Newpress)

Milano, 16 ottobre 2017 - Centinaia di curiosi si sono fermati a guardare. Ieri in piazza Duomo i passanti hanno potuto assistere a una dimostrazione di addestramento dei cani guida della scuola del Lions Club di Limbiate. Ed è stato allestito un punto informativo dove persone accompagnate dal loro cane guida hanno distribuito brochure e fornito informazioni agli interessati. Ad organizzare la «Giornata del cane guida» è stata l’Uici (Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti) della Lombardia, con il patrocinio del Comune di Milano. Istituita nel 2006, la Giornata vuole essere un momento di riflessione sull’importanza di questo fedele ed instancabile compagno di libertà, nonché l’occasione per sensibilizzare la collettività verso le discriminazioni che, nonostante le disposizioni di legge, vedono protagoniste le persone non vedenti accompagnate dal loro cane guida nell’accedere ai luoghi di pubblica utilità. Il presidente dell’Uici lombarda, Nicola Stilla, ha sottolineato che l’evento serve a «riflettere in maniera serena sull’importanza del cane guida per l’autonomia e la mobilità delle persone non vedenti, nonché per sensibilizzare la collettività sulle gravi difficoltà economiche in cui versano le scuole di addestramento nazionali». Questa situazione, infatti, «genera ripercussioni sugli utenti, in quanto sono costretti ad affrontare tempi sempre più lunghi di attesa per la consegna del cane guida». Stilla denuncia anche che «accade spesso che alle persone non vedenti accompagnate dal loro cane guida sia negato l’accesso ai luoghi di pubblica utilità adducendo le più diverse motivazioni di presunto carattere pratico o sanitario, ma che in realtà sono dettate solo da pregiudizi». 

In tutta la Lombardia ci sono tra i 150 e i 200 cani guida, veri e propri occhi insostituibili per i loro padroni. Preparare un cane guida è tutt’altro che semplice e in tutta Italia le scuole sono quella dei Lions di Limbiate, la scuola di Firenze, quella di Padova e quella di Messina. Quando si individua un cucciolo adatto, viene dato in affido a una famiglia volontaria fino a dodici mesi. Ogni quindici giorni il cane viene portato nella scuola d’addestramento dove viene impartita una prima educazione. Dopo l’anno di vita, il cane entra a tempo pieno nel centro e viene addestrato per almeno sei mesi. Quando è pronto a compiere il proprio dovere, viene assegnato a un vedente attraverso un test attitudinale per capire se può esserci feeling.

Nella sua vita Claudio Mapelli ha cambiato sei cani guida. «Il primo l’ho avuto nel ’73, nel corso degli anni mi hanno assegnato quattro pastori tedeschi e due labrador. Adesso ho un labrador femmina di 8 anni. Per la mia mobilità il cane è un punto fermo, con il bastone mi muovo male». Claudio ha 65 anni e più di 40 anni fa ha perso la vista a causa di un incidente di caccia: «Un colpo di fucile mi ha portato via la vista. Ora sono in pensione, ma ho lavorato tanti anni all’Agenzia delle Entrate di Bergamo». Adesso cerca «di usare il cane in un modo razionale, sono i miei occhi. Vengono addestrati per fare evitare i pericoli ai loro padroni. Ho esperienza lunga, ogni cane ha sua storia e il suo carattere e per me sono stati tutti validissimi compagni di strada».

Il massimo del feeling «si raggiunge quando il cane ha 5/6 anni. È importante sensibilizzare l’opinione pubblica per potenziare le scuole così da eliminare i tempi d’attesa tra un cane e l’altro; per i non vedenti aspettare un anno e mezzo è un disastro, senza cane si torna ciechi». Ma c’è chi decide di prendere un cane guida solo dopo molti anni. Michela Pollastri, 48 anni, ha avuto problemi alla vista fin da giovane: «Ero miope e astigmatica e avevo anche una fotobia, mi dava fastidio la luce. Mi sono sposata e dopo la prima gravidanza ho notato che avevo problemi in più». Poi Michela è rimasta incinta del secondo figlio: «Facevo esami speciali alla vista ogni anno, ma con la gravidanza ho dovuto cambiare esame e sono andata al Sacco. Lì la prima doccia fredda: mi hanno diagnosticato retinite pigmentosa e mi hanno detto che non c’erano rimedi e che prima o poi sarei diventata cieca». Dopo la nascita del secondo figlio, «in poco tempo la mia vista è ulteriormente peggiorata, è diventato difficile andare in giro da sola». Michela ha dovuto scegliere se prendere il bastone o un cane guida: «Abitando in un appartamento ho scelto il bastone. Dopo qualche anno mi hanno detto che i Lions finanziavano la possibilità di avere un cane guida». Così Michela ha fatto domanda: «Dopo circa un anno mi è stato assegnato il cane. È la mia guida. Lavoro ancora in ospedale, sono impiegata».

 

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