Via Idro, sgomberato e chiuso il campo nomadi

La zona sarà restituita a verde e insieme al Consiglio di Zona e ai cittadini sarà decisa una nuova destinazione

Sgombero campo nomadi di via Idro

Sgombero campo nomadi di via Idro

Milano, 15 marzo 2016 - Campo nomadi di via Idro, è il giorno dello sgombero. Nonostante alcuni occupanti, lunedì, abbiano dato fuoco ad un'auto e auna baracca in segno di protesta, lo smantellamento è iniziato. Le famiglie sapevano che il giorno sarebbe arrivato.  Lo sgombero, dopo la sentenza del Consiglio di Stato,che ha respinto l’appello presentato da alcune famiglie rom, durerà alcuni giorni. 

Incendio al campo nomadi di via Idro a Milano

Questa mattina, in via Idro, si sono presentate le forze dell'ordine e il campo è stato svuotato e chiuso. Palazzo Marino in un comunicato spiega che attualmente sono in posa le barriere di sicurezza che impediscono l'accesso, insieme al presidio della Polizia locale. Il trasferimento dei residenti alla presenza degli operatori del Comune oltre che di Polizia locale, Polizia di Stato, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Croce Rossa e Protezione civile era iniziato ieri. Nei prossimi giorni l'area sarà pulita da Amsa e MM effettuerà i lavori di demolizione dei manufatti e degli impianti idrico ed elettrico. La zona sarà restituita a verde e insieme al Consiglio di Zona e ai cittadini sarà decisa una nuova destinazione.

Al momento dell'intervento erano presenti 94 persone su 106 residenti censiti (in sei erano assenti per detenzione) e in 80 hanno accettato l'accoglienza nelle strutture messe a disposizione dal Comune. In 12 sono stati accolti nel Centro di autonomia abitativa di via Ponti, 19 in quello di via Marotta, 7 nel Centro di via Brambilla. Nei Centri di emergenza sociale sono andate 30 persone e 12 sono state accolte al villaggio di via Martirano. Una decina di persone ha scelto di trovare una sistemazione in modo autonomo. "Noi ribadiamo la nostra linea - ha spiegato l'assessore alla Sicurezza del Comune, Marco Granelli -, siamo contro le favelas che costituiscono sempre un'esperienza negativa per chi ci vive ma anche per la città e per questo stiamo chiudendo i campi rom regolari, questo è il terzo, aperti 30 anni fa".

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