Omicidio ex calciatore, gip: "Rullo e la madre potrebbero uccidere ancora"

I due sono accusati della morte di Andrea La Rosa, ritrovato lo scorso 14 dicembre in un fusto per gasolio nell'auto della donna

Raffaele Rullo e Antonietta Biancaniello, madre e figlio accusati di omicidio

Raffaele Rullo e Antonietta Biancaniello, madre e figlio accusati di omicidio

Milano, 18 dicembre 2017 - Raffaele Rullo e sua madre Antonietta Biancaniell devono restare in carcere. E questa la decisione del gip Livio Cristofano nei confronti dei due accusati dell'omicidio dell'ex calciatore Andrea La Rosa, ritrovato cadavere lo scorso 14 dicembre in un fusto per gasolio nell'auto della donna. E' stato dunque convalidato il fermo e disposta la misura cautelare per entrambi. L'istanza di arresti domiciliari, avanzata dal difensore di Rullo, l'avvocato Giovanni Di Martino, è stata respinta. Secondo il giudice potrebbero uccidere ancora. Lo si legge nella stessa ordinanza firmata dal gip di Milano Livio Cristofano, per il quale solo la misura cautelare in carcere per entrambi (accusati di omicidio premeditato e di soppressione di cadavere) può "ostacolare la reiterazione di medesime condotte criminose di quelle per le quali si procede".

Secondo il giudice ci sono "aspetti inquietanti e particolarmente riprovevoli, sia per la consumazione del reato, che per la preparazione dello stesso, che per l'atteggiamento post delictum finalizzato a non rendere più riconoscibile o a disperdere definitivamente il corpo senza vita della vittima". Tra i gravi indizi di colpevolezza a carico dei due fermati il gip ha indicato l'acquisto poco prima della scomparsa di La Rosa, da parte di Rullo, di 24 flaconi di acido, di una motosega e di un rotolo di nastro adesivo con cui chiudere ermeticamente il bidone in cui è stato ritrovato il cadavere. Inoltre, il gip ha evidenziato anche il racconto messo a verbale davanti agli inquirenti da un amico di La Rosa, Domenico Fumarola, che ha parlato dell'ultima telefonata intercorsa tra lui e la vittima. "Sono in viale Certosa - avrebbe detto il 35enne all'amico - se mi rapiscono sai dove sono". Il difensore di Raffaele Rullo, l'avvocato Giovanni Di Martino, sta valutando se presentare ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione dell'uomo.

Nell'interrogatorio di domenica Rullo aveva negato di aver commesso il delitto. La donna, che in un primo momento si era assunta la responsabilità dell'omicidio, si è chiusa invece nel silenzio. Nella ricostruzione dell'accusa, La Rosa la notte tra il 14 e il 15 novembre era stato attirato a Quarto Oggiaro con l'inganno da Rullo, che gli doveva restituire 38mila euro. Poi sarebbe stato addormentato con del sonnifero nel caffè, sgozzato e infilato in un bidone di metallo. Madre e figlio avevano comprato 24 flaconi di acido per sciogliere il corpo. 

 

 

 

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